Come interprete passa con disinvoltura dai blockbusters ai film d’autore. Da regista raccoglie le sfide più pericolose, come portare al cinema Faulkner e Steinbeck, dal quale ha tratto il suo nuovo film In Dubious Battle. E poi impazza su Instagram, ed è anche scrittore e pittoreâ¦Â Ma come fa James Franco a fare tutto questo senza bruciarsi? Viaggio nel fenomeno-Franco in 5 film cult e 10 curiosità
DI MASSIMO LASTRUCCI
Per definirlo ci vogliono tre i. La âiâ di irrequietezza, la âiâ di intensità, la âiâ di imprevedibilità. Ci starebbe anche la âvâ di voracità intellettuale, ma si guasterebbe il giochino. James Franco (detto anche Teddy), 37enne il 19 aprile originario di Palo Alto (California), è frutto genetico di un mélange di sangue portoghese-svedese del padre, industriale nella Silicon Valley di una azienda no-profit, e sangue ebraico slavo (tra Polonia e Lituania) per parte di madre poetessa ed editrice.
E da quando ha scelto di fare l’attore (circa dal 1996), non ha più smesso di correre e mettersi in gioco. Ci sono gli attori âagricoltoriâ, quelli che coltivano cioé il loro orto, le loro specifiche qualità, senza scavalcare mai gli steccati. Lui appartiene invece agli attori âcacciatori/raccoglitoriâ, sempre in cerca di nuove prede, ovvero di nuove eccitanti esperienze. E dato che anche la âiâ di intelligenza non gli difetta, ha progressivamente e sempre più frequentemente scavalcato il confine della macchina da presa, lavorandoci davanti e dietro. Se è ammirevole (da un punto di vista critico) la serietà e la disinvoltura con cui sviluppa le direttrici di una carriera d’attore ancora in divenire (dai blockbusters L’alba del pianeta delle scimmie o Il grande potente Oz, alle zingarate con la Apatow factory, da Strafumati a Facciamola finita o The Interview, a frequenti puntate nel cinema indipendente più impegnativo come i recenti The Iceman, Spring Breakers, Third Person), molto più sconcertante è la sua recente svolta di regista dalle scelte provocatorie, discontinue e spiazzanti. Dopo aver preso la mano con tanti corti, ha dichiarato di voler fare quella che lui definisce art house cinema, lavorando sul torbido gay-thriller Cruising (lo ricordate? Con Al Pacino). Progettò inizialmente di fare un remake e una videoinstallazione, e nel 2013 ha confezionato lo scandaloso documentario Interior. Leather Bar, in cui lui e Travis Mathews si incaricano di ricreare e filmare una specie di making of del citato Cruising, con anche scene tagliate di sesso esplicito tagliate del film.
Tra annunci e smentite, è passato poi alla più impegnativa dimensione del lungometraggio, ha lavorato su William Faulkner (vedi nelle curiosità) e ha realizzato un selvaggio ed eccentrico terror movie: Child of God (Figlio di Dio, 2013) da Cormac McCarthy, presentato al festival di Venezia. Il 2014 per lui è stato esplosivo (compare come attore in 9 opere tra corti, lunghi, cameo e tv), ma ancor di più lo sarà il 2015 (l’elenco comprende 16 lavori distribuiti tra le categorie, da cui citiamo almeno – in quanto già realizzati – True Story di Rupert Gold, I am Michael di Justin Kelly, Queen of Desert di Werner Herzog, Every Thing Will Be Fine di Wim Wenders, Wild Horses di Robert Duvall), mentre come regista ha diretto per il 2015 un segmento del collettivo Black Dog, Red Dog, ha terminato le riprese di una biografia di Charles Bukowski, mentre il suo Zeroville è in post produzione e in questi giorni ha appena iniziato le riprese del politico In Dubious Battle, tratto dal romanzoLa battaglia di John Steinbeck, con un super cast: Josh Hutcherson, Zach Braff, Ashley Greene, Selena Gomez, Vincent D’Onofrio, Robert Duvall, Ed Harris, Bryan Cranston. La domanda a questo punto sorge spontanea: ma come diavolo fa a fare tutto questo senza bruciarsi? E chi lo sa, certo è che James Franco va veloce, inafferrabile a ogni attacco della routine e del conformismo.
5 CULT MOVIES
JAMES DEAN (2001) Una faccia, un destino. Fresco della prima notorietà grazie alla serie tv Freaks and Geeks (1999), Franco sfrutta la sua somiglianza (non solo fisica) con il più magnetico di tutti i James del grande schermo. Diretto dal veterano Mark Rydell (Boon il saccheggiatore, I cowboys, Sul lago dorato) in una composta biopic tv, si fa notare per la sua affinità esplosiva e sul set per la dedizione totale e l’entusiasmo (i suoi futuri marchi di fabbrica): impara a fumare, ad andare in motocicletta, a suonare la chitarra e i bonghetti (il ribelle di Gioventù bruciata in effetti li adorava). Conosce i parenti di lui, legge libri e studia i suoi cult. Risultato, il suo camaleontismo non passa inosservato: per lui un Golden Globe (per la performance). La porta della fama si spalanca. Robert De Niro lo vede e lo vuole per il suo Colpevole di omicidio del 2002.
SPIDER-MAN (2002) Può un giovane attore emergente evitare un cinecomic? Impossibile, infatti eccolo nel cast di Spider-man (il primo, quello seminale). Sam Raimi lo pensa all’inizio per la parte addirittura di Peter Parker (andata a Tobey Maguire che tra l’altro diventerà suo grande amico proprio come per i personaggi), poi gli affida quella, persin più complessa per certi aspetti, del ricco e borderline Harry Osborn, il figlio di Green Goblin. Lo interpreterà per tre volte, sempre più ambiguo e pericoloso, anche nel n. 2 e nel n. 3. E Raimi non si scorderà certo più di lui, richiamandolo per assegnargli il ruolo del protagonista di Il Grande e potente Oz nel 2013.
STRAFUMATI (2008) Il film che rivela un’altra delle cento facce del giovane James. Alla corte dell’amico Judd Apatow, circondato da altri sodali di bisbocce passate e future (Seth Rogen), Franco si trasforma in Saul Silver, spinellomane strafatto che nella sua demenzialità riuscirà (vedere per credere) persino ad avere la meglio su polizia e killer mafiosi davvero molto, molto cattivi. Per dare colore e nerbo al personaggio, Franco si ispira al Johnny Depp di Blow. Si divertiranno così tanto nella sboccata commediaccia che Rogen e Franco, ritrovandosi insieme ancora nell’esilarante folle Facciamolo finita (2013), cazzeggiano su un suo possibile sequel, âgirandoneâ persino un trailer.
127 ORE (2010) Altro film-performance. Sulle tracce della vicenda realmente accaduta allo sfortunato (o anche il contrario, dipende dai punti di vista) alpinista Aron Ralston, che, intrappolato tra le rocce dello Utah, scampò alla morte auto-amputandosi un braccio, James si inventa un’altra rimarchevole prova di adesione e mimesi. Le cronache raccontano che non si sia mai allontanato dal set montano per tutte le cinque settimane della lavorazione, occupando il tempo extra riprese da bravo studente a preparare i suoi esami universitari. Delle 6 Nominations che il film di Danny Boyle ha raccattato agli Oscar, una è tutta per lui.
SPRING BREAKERS (2013) In rappresentanza del lato âbizarroâ del nostro eroe, diretto da un protagonista del mondo indie, il cineasta Harmony Korine, lo ricordiamo qui, inquietante e grottesco angelo protettore di tre incaute e scatenate studentesse in vacanza primaverile in Florida. Nei panni del criminale, spacciatore e capo gang Alien, farà loro da guida in un mondo nascosto che altrimenti le divorerebbe in un amen. Esagerato e amorale, come piace a lui, gigioneggia tutto tatuato e con dentatura in metallo, ispirandosi a vari rappers e inventandosi sul set una scena di sesso orale con la canna del revolver
10 CURIOSITÃ
1) Nel 2013 è stato immortalato con la prestigiosa stella nella Hollywood Walk of Fame.
2) È anche uno studente secchione, quando si impegna. Infatti ha ripreso nel 2006 gli studi per laurearsi in inglese all’Università della California nel 2008. Dopodiché ha frequentato corsi di scrittura creativa a New York alla Columbia e al Brooklyn College, più quello di regia alla New York University’s Tisch School of the Arts, senza scordare i corsi a Yale sempre di letteratura inglese.
3) Ha ricevuto due Nomination per il âMiglior bacioâ agli MTV Awards. Il fatto curioso è che nel 2009 si è candidato per aver baciato un maschio, Sean Penn in Milk, nel 2014 le femmine Ashley Benson e Vanessa Hudgens in Spring Breakers.
4) ÈÂ anche uno scrittore. Nel 2010 ha pubblicato una sua raccolta di racconti, Palo Alto: Stories by Franco e nel 2014 una raccolta di poesie, Directing Herbert White
5) Ed è anche un pittore. La Glu Gallery di Los Angeles espone una serie di suoi quadri nel 2006, altrettanto fa Berlino nel 2011, al Peres Projects.
6) In questi ultimi anni si è âinnamoratoâ del grande William Faulkner. Dopo il non travolgente successo (in verità) di As I Lay Dying (da Mentre morivo, così il titolo del libro in Italia), ha diretto nel 2014 L’urlo e il furore (da uno dei capolavori dello scrittore), cui seguiranno poi – così ha almeno annunciato – altri lungometraggi dal romanzo Il borgo e dal racconto L’orso (presente in Scendi, Mosè).
7) Nel 2008, forse anche in conseguenza del suo ruolo di testimonial di un profumo per Gucci, il sito Salon.com lo ha inserito in una personale classifica dei â10 uomini che possono ancora ispirare la rinascita del fascino del maschio ebreoâ. Nel 2009 lo stesso sito lo ha eletto âil più sexy maschio viventeâ.
8) Molti sono i gossip su una sua possibile inclinazione gay, che lui stesso ha alimentato con le sue scelte artistiche e con provocatorie performances su internet (come apparire a letto con un giovanottone). Peraltro, oltre alle numerose fidanzate cui è stato accostato (compresa una pericolosissima accusa di molestie sessuali a una minorenne che lui non ha del tutto smentito) a proposito della sua presunta omosessualità o bisessualità, ha dichiarato: âHo recitato in ruoli di gay che vivevano nei ’60 e nei ’70, ho provato a raffigurare come era essere gay nei ’50 o nei ’20. Tutti quelli erano periodi in cui essere gay in pubblico creava moltissime difficoltà. In parte quello che mi interessava era come questa gente viveva uno stile di vita al di fuori della norma, tra forti opposizioni. O forse è perché sono proprio gay, chissà. Insomma, non sono gay ma mi piacerebbe esserloâ. Probabilmente siamo di fronte al primo caso di attore che si finge gay essendo invece etero.
9) Ma quanto guadagna James Franco? Per quello che si sa, ha toccato il vertice del salario con Il grande e potente Oz (7 milioni di dollari), mentre invece per The Interview è stato pagato un po’ meno (6 milioni e mezzo).
10) Dicevamo più sopra (in James Dean) della sua dedizione alla preparazione professionale accurata sino all’ossessione. Ebbene per Giovani aquile (2006) ha studiato e ottenuto una licenza da pilota di aereo, mentre per Annapolis (2006) ha frequentato i ring e boxato per almeno 8 mesi! Auguriamoci che non accetti mai il ruolo di un vampiro!