STILL ALICE

0

id., Usa, 2014 Regia Richard Glazer, Walsh Westmoreland Con Julianne Moore, Kristen Stewart, Alec Baldwin Sceneggiatura Richard Glatzer, Wash Westmoreland Produzione James Brown, Pamela Koffler, Lex Lutzus Distribuzione Good Film Durata 1h e 39′

In sala dal 

22 gennaio

Rinomata professoressa di linguistica, felicemente sposata e madre di tre ragazzi che hanno ormai la propria vita, Alice Howland inizia a dimenticare le parole, a smarrirsi mentre fa jogging intorno al campo. Teme un tumore al cervello e invece le diagnosticano una precoce forma di Alzheimer, malattia che costringerà tutta la famiglia a rivedere rapporti e priorità.

Preparatevi a gestire l’ansia perché non sarà difficile per nessuno di voi mettersi nei panni di Alice che comincia a dimenticare le parole (a chi di noi non capita?) e la cui mente scompare poco a poco. Tratto dal libro Perdersi di Lisa Genova e diretto dalla coppia Wash Westmoreland e Richard Glatzer (che all’indomani della decisione di realizzare il film ha scoperto di essere ammalato di Sla e ha diretto da una sedia a rotelle attraverso un i-pad), Still Alice racconta una delle malattie più rischiose da mettere in scena, soprattutto dopo precedenti come Iris, un amore vero con Judy Dench e Lontano da lei con l’intensa Julie Christie. Questa volta a calarsi negli inferi dell’oblio è una straordinaria Julianne Moore che seguiamo passo dopo passo nel lento deteriorarsi di una coscienza che lotta per non spegnersi. Perché la novità del film di Westmoreland e Glatzer sta nel ribaltamento del punto di vista: se la maggior parte dei film racconta il calvario di chi sta accanto ai malati (soprattutto se la malattia colpisce il cervello), Still Alice ci riserva un posto privilegiato nella testa della protagonista mostrandoci la lenta trasformazione della sua vita attraverso la sua prospettiva. Al centro del film dunque c’è la soggettività dell’esperienza di Alice, e nessuno meglio della Moore, vincitrice di un Golden Globe e candidata all’Oscar, avrebbe potuto restituire sullo schermo quel sapiente miscuglio di determinazione e fragilità, terrore e accettazione. Basta osservare la sua metamorfosi fisica, sottile, impalpabile, ma dolorosamente evidente quando la rivediamo in un video da lei stesso girato prima della malattia.

Alessandra De Luca