“TRUE DETECTIVE”: ALLA SCOPERTA DELLE VOCI ITALIANE

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In occasione dell’uscita in Home video della prima stagione di True Detective, abbiamo incontrato Pino Insegno, voce italiana di Woody Harrelson, e Rodolfo Bianchi, Direttore del Doppiaggio della serie cult firmata da Nic Pizzolatto.

True Detective«Cosa ho detto quando mi hanno chiamato per occuparmi del doppiaggio di True Detective? », dice Rodolfo Bianchi, storica voce italiana di Harvey Keitel, Geoffrey Rush e Michael Douglas, «Semplice: “non si può fare, lasciate la serie così com’è, non saremo mai come gli originali!” ». Incredibile ma vero, eppure il grande Direttore del Doppiaggio dei film di Scorsese, Sorrentino e, appunto, dell’acclamatissima serie antologica scritta da Nic Pizzolatto, appena contattato da Sky Italia per l’adattamento italiano di True Detective, è rimasto spiazzato e, al tempo stesso, affascinato dall’enorme e delicato lavoro che avrebbe dovuto affrontare. Una sfida comunque colta al volto, con precisione e meticolosità, attenta a non snaturare in alcun modo le inflessioni, le cadenze, le imperfezioni degli interpreti originali: i grandissimi Matthew McConaughey e Woody Harrelson, volti simbolo di una serie che, grazie ad una narrazione cinematografica e una drammaturgia profonda e stratificata, ha annullato il confine tra TV e grande schermo. E la versione italiana della prima stagione di True Detective, appena arrivata in Home video sia in Dvd che in Blu-ray (edita da Warner Bros.), si avvale di altri due timbri di spicco: Pino Insegno, voce di Harrelson, e Adriano Giannini, voce del premio Oscar McConaughey. Una coppia affiatata che, come ci ha raccontato lo stesso Pino Insegno in occasione della presentazione dell’Home video, è riuscita a non alterare la versione originale: «Io e Adriano ci siamo affidati a Rodolfo, lavorando nove ore al giorno, stando sui respiri, sulle ”sporcature”, sulle voci così uniche. Alla fine sono usciti fuori il cuore e la passione, facendo un grande lavoro ».

DVD true detectiveTra i nutriti extra dell’edizione casalinga, oltre le scene eliminate, i commenti audio del regista Cary Fukunaga e il backstage che ripercorre tutta la complessa produzione della serie (basti pensare alla location della Louisiana: impervia, selvaggia e pericolosa), c’è anche un duetto tra i detective Rustin Cole e Martin Hart, dove McConaughey e Harrelson raccontano la realizzazione di alcune delle scene simbolo, tra cui quella della loro rissa. Proprio le scene di lotta, secondo Pino Insegno, sono state quelle più complesse da doppiare: «In una serie così, pure il ”buongiorno” è complesso da doppiare, ma è stato estenuante dar voce alle scene di combattimento: sono le più difficili, ci appoggiavamo sui movimenti, le rifacevamo innumerevoli volte e il sync ogni volta si perdeva », prosegue sempre Insegno: «Però ripeto, in True Detective pure la semplicità era difficile, ma amando il mestiere del doppiatore, mi sono divertito molto a lavorarci. Non mollando mai… ». Invece, per Rodolfo Bianchi, la vera impresa è stata un’altra: «Solitamente quando doppiamo non abbiamo visto ancora nulla e l’opera diventa strettamente legata alla direzione del doppiaggio stesso, in quanto il doppiatore si fa letteralmente dirigere. Però posso dire che in True Detective le sequenze più complesse sono state quelle degli interrogatori, ovvero l’oggi narrativo: Pino e Adriano dovevano entrare così nel meccanismo, per poi cambiar voce andando sulle scene ambientate nel passato ».

Una vera e propria lezione di doppiaggio quella svolta in True Detective, nonostante McConaughey e Harrelson non siano doppiati abitualmente da Adriano Giannini e true detectivePino Insegno: «Era inutile mantenere le ottime ”voci italiane” dei protagonisti: questo è un prodotto che si stacca completamente dal resto », spiega Bianchi, «Anzi, credo che ogni film debba avere la propria voce e non è detto che un determinato doppiatore debba fare sempre quell’interprete. E per True Detective ho scelto le tonalità più adatte ai ruoli ». Inevitabilmente, durante la chiacchierata, il discorso si è spostato sull’annosa questione tra visione in originale e visione doppiata, dato che ultimamente, mercato forza, la contemporaneità tra messa in onda italiana e statunitense è imprescindibile, anche se, come dice Insegno, il problema è da riscontrare in un altro aspetto: «In Italia, un po’ per pigrizia, un po’ per le basi, non si conosce l’inglese e, le visioni dell’originale, nonostante le messe in onda notturne, sono minori di quella doppiata. Poi, per così dire, il web ha allargato gli orizzonti. Sono contento delle versione originali ma, va detto, gli italiani sono i migliori doppiatori al mondo… ». True Detective, almeno per quanto riguarda la prima stagione, è andata in onda diversi mesi dopo la release statunitense, dunque la direzione del doppiaggio ha avuto una gestazione diversa, più ragionata: «Quando la puntata in italiano incombe pochi giorni dopo la trasmissione dell’episodio in contemporanea, siamo costretti a correre, perché dobbiamo completare un numero stabilito di righe di dialogo al giorno. Poi le serie non ci arrivano finché non sono andate in onda nel Paese Madre. Va da se il misero tempo a disposizione… Certo, le cose cambiano quando ci troviamo a che fare con prodotti importanti. Un pochino di tempo in più ce lo permettono. Infatti per True Detective mi hanno spiegato che l’adattamento sarebbe stato come per il cinema… E il risultato si nota », esamina Bianchi.

True detectiveInsomma, le voci di Pino Insegno e Adriano Giannini, dirette da Rodolfo Bianchi, hanno donato agli iconici, impolverati, oscuri Rust e Marty una perfetta versione doppiata, capace di arrivare dritta allo spettatore, coinvolgendolo nelle indimenticabili e torbide atmosfere della serie. Una complicità e un’enfasi che rispecchia quella degli applauditi attori, a stretto contatto per tutta la produzione, giorno dopo giorno, mese dopo mese. Pazzesco, invece, pensare che Giannini e Insegno, non hanno mai condiviso lo stesso studio di registrazione, incidendo contemporaneamente in due stanze diverse: «Ho deciso di separarli, incidendo tutto in modo avulso », rivela Bianchi, «Solo unendo le due tracce ho creato la tensione, l’applicazione, la passione che potete ascoltare nella serie doppiata… Un lavoro faticoso ma bellissimo ». E riuscitissimo, aggiungiamo noi.

Damiano Panattoni