Perfetta illusione, parlano i compositori della colonna sonora Andrea Boccadoro e Gabriele Roberto

Abbiamo intervistato i due giovani musicisti

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Perfetta illusione

Presentato al Torino Film Festival, il Perfetta illusione di Pappi Corsicato è un film che lascia spazio ai sogni, alle passioni, alla voglia di rivalsa, a un amore difficile. Un film di emozioni profonde, nel quale il pubblico è riuscito ad immergersi grazie all’eccezionale apporto delle musiche di Andrea Boccadoro e Gabriele Robertoi due giovani compositori chiamati a realizzare una colonna sonora (Ed. Curci) che raccontasse l’evolversi dei differenti stati d’animo dei protagonisti.

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Entrambi diplomati al “Royal College of Music” di Londra, una delle più prestigiose istituzioni musicali al mondo, i due autori intraprendono all’estero la carriera di compositori per il cinema: Gabriele Roberto a Tokyo, dove nel 2007 vince il Japan Academy Award per il film Memories of Matsuko, Andrea Boccadoro continuando a vivere nella capitale britannica, dove è rappresentato dalla storica agenzia Air-Edel Associates. Fino al 2017, quando Andrea, parallelamente a propri progetti autonomi, affianca Gabriele come assistente per alcuni lavori giapponesi e italiani, dando vita alla proficua collaborazione artistica della quale ci parlano nell’intervista che segue, nella quale i compositori raccontano com’è nata la colonna sonora in questione e la loro passione per la musica.

Andrea Boccadoro e Gabriele Roberto
Andrea Boccadoro e Gabriele Roberto

 

Come si è sviluppata la collaborazione per Perfetta illusione?
A. Boccadoro: in passato Pappi stava lavorando a un documentario, ma in quel momento Gabriele non era disponibile e ha fatto il mio nome. Poi la scadenza di questo progetto si è estesa, abbiamo quindi iniziato a lavorarci insieme, da lì è iniziata l’idea di comporre a 4 mani, che a Pappi è piaciuta, perciò ci ha chiesto di lavorare al suo film. Lavorare a 4 mani a una colonna sonora è una cosa un po’ particolare, si condividono sia gli ostacoli sia le gioie del percorso, è come se alla fine ci fossero due personaggi nella musica del film, che in qualche modo portano una ricchezza creativa al film e in generale al processo di composizione delle musiche.

Da cosa siete partiti per realizzare la colonna sonora? Ci sono state delle difficoltà?
G. Roberto: ogni progetto è un mondo a sé, perché le personalità dei registi sono sempre molto diverse tra di loro. Ci siamo ispirati ai temi principali della sceneggiatura, iniziando senza vedere le immagini. La sceneggiatura è molto ben scritta, perciò è stato già come poter vedere il film. Abbiamo inviato a Pappi dei brani che pensavamo potessero sottolineare gli aspetti psicologici dei personaggi. Ognuno si è occupato di aspetti del film diversi. Per entrare nel dettaglio, Andrea ha sottolineato il sano rapporto del protagonista con la moglie, mentre io ho scritto un brano che sottolinea la voglia di emergere del personaggio, la sua frustrazione alla vita che sta conducendo.

Cosa ti ha ispirato nella composizione del brano dedicato alla frustrazione del protagonista per il suo sogno di emergere come artista, ti sei rivisto in lui?
G. Roberto: Se vogliamo sottolineare una differenza è che, da quanto si intuisce nel film, Toni non ha apparentemente tutto questo talento e forse alla fine se ne rende conto, mentre fortunatamente la mia carriera e quella di Andrea stanno proseguendo in un modo soddisfacente (Ride). Per quanto riguarda la mia esperienza, c’è stato un periodo di ansia e frustrazione dalla fine degli studi all’inizio della prima opportunità lavorativa. Non essendo di Roma, io non avevo contatti diretti con la città, perciò ho iniziato ad inviare miei lavori in giro per il mondo. In seguito ho avuto la prima opportunità in Giappone ed è partito tutto da lì. È un mestiere che dà molto ed è una passione che si trasforma in lavoro, ma effettivamente ci sono meno certezze, perché è sempre un lavoro creativo, ci si trova davanti la pagina bianca, quindi bisogna fidarsi anche molto di sé stessi e del fatto che
quando c’è bisogno l’ispirazione arriva.

Anche tu hai trovato punti di contatto con il personaggio? Come hai lavorato ai vari brani?
A. Boccadoro: Condivido ciò che ha detto Gabriele rispetto al difficile periodo dalla fine degli studi alle prime opportunità importanti, è un periodo di difficoltà in cui rimanere saldi e fiduciosi nella propria capacità di riuscire è difficile e ci sono molti alti e bassi. Nel film, mi sono dedicato più ai brani del rapporto di Toni con Paola, questa separazione che emerge, questo amore che all’inizio sembra molto equilibrato e felice e poi gradualmente si va a sfaldare; per comporli mi sono concentrato sulle mie memorie di relazioni vissute, di rotture con delle partner passate, concentrandomi più sull’aspetto del dramma romantico. Ho perciò attinto anche a esperienze personali, ovviamente di natura diversa, ma per cercare quei sentimenti, per trovare un tono e un’emozione che potessi trasferire nella musica e che potesse raccontare ciò che stava succedendo internamente ai personaggi.

Da cosa nasce la passione comune per la musica e cosa vi ha portato a diventare dei compositori affermati?
G. Roberto: sicuramente l’ambiente familiare, perché mio padre è musicista e mi sono ritrovato dai 3-4 anni ad avere i 45 giri dei generi più diversi in casa. Ho iniziato ad ascoltare musica classica da quando ero un bambino e mi ha subito rapito. Sicuramente c’è la predisposizione naturale, ma per me era un amore spassionato verso la musica, che ho avuto sin da piccolo e ho potuto coltivarono grazie anche al fatto che sono stato lasciato libero di poterlo esprimere, studiandolo approfonditamente. In seguito ho voluto trasformarlo in un lavoro, ho puntato tutto su questo e alla fine i risultati sono arrivati.
A. Boccadoro: sono stato interessato alla musica fin da bambino, la passione è esplosa in maniera più forte durante l’adolescenza. Suonavo in vari gruppi durante il periodo del liceo e la musica è stata per me una valvola di sfogo e la possibilità di esprimere se stessi e in qualche modo. Proseguendo con gli studi accademici, sia in musica sia in filosofia, ho trovato che il cinema potesse essere la sintesi perfetta di ciò che mi interessava. La musica, sia come produzione in studio, sia come arrangiamento per organici orchestrali, usando i generi più diversi a seconda delle esigenze del film e l’aver studiato filosofia, mi ha aiutato a sviluppare anche una capacità di comprensione della struttura di un dramma e dei diversi strati di significato, che un film come linguaggio può avere. In maniera quasi naturale, questi due interessi, la musica e la filosofia, sono riusciti a convergere nella composizione di musica per film.

Qual è stato il brano più difficile o più emozionante, che vi ha toccato di più?
A. Boccadoro: per me il brano “Toni e Paola” è stato il più importante, perché è in brano molto nostalgico, che racconta la dissoluzione di questa felicità, la separazione di questi due personaggi, è molto dolce/amara. Attraverso il brano stesso ho cercato di esprimere quello che avviene ai due protagonisti durante il corso del film.
G. Roberto: per me “Perfetta illusione”, il tema che chiude il film, il tema portante. Mi sono divertito ad arrangiarlo. Nell’apoteosi finale dei titoli di coda, sentiamo delle iscrizioni nel jazz, che poi diventa quasi hip hop, che in seguito passa di nuovo al jazz con diverse transizioni. È stato molto divertente avere l’opportunità di poter manipolare un tema in questo modo, quasi come anche il tema stesso fosse un’illusione, nel senso che non si può inscatolare in un genere predefinito.

 

Disponibile in digitale, su tutte le piattaforme, la colonna sonora del film “Perfetta illusione” di Pappi Corsicato, firmata dai compositori Andrea Boccadoro e Gabriele Roberto, è edita da Edizioni Curci.

 

 

di Veronica Scagliola e Alessia Concordia