La befana vien di notte, le curiosità del film in tv con Paola Cortellesi

Ritroviamo la dominatrice della stagione con il suo C'è ancora domani

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2. Origine e segreti de La befana vien di notte

Non si parla delle ‘Origini’ raccontate nel prequel del film (di cui diremo di seguito), ma dell’idea iniziale dichiarata ancora da Guaglianone, che per questa avventura ‘per famiglie’ ammise di aver guardato “ai film per ragazzi degli Anni ’80″ come Karate Kid e soprattutto Ladyhawke, film emblematico proprio del desiderio dello sceneggiatore di arricchire una storia legata alla tradizione italiana di un’anima fantasy. Particolarmente adatta per la storia di una vecchietta senza età capace di volare su una scopa…

Sulla quale l’attrice ha potuto volteggiare grazie al “maco-moco“, una specie di braccio meccanico che ti muove in tutte le direzioni per farti volare. Uno strumento che rese meno stressante l’impegno sul set, definito comunque “faticoso” a livello fisico per le tante ore di trucco e per il freddo patito.

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3. Le location e le riprese

Fatica e freddo non hanno spaventato comunque la “stuntwoman” Paola, che si è goduta in prima persona tutte le scene girate nelle splendide location scelte per il film. Principalmente quelle dell’Alto Adige, tra Castelrotto, all’interno del parco naturale dello Sciliar, ai piedi dell’Alpe di Siusi, dove vivono la maestra e i suoi scolaretti, e del lago nel comune di Appiano dove – nel Castelletto medievale del Lago di Monticolo – si sono svolte le riprese degli esterni della casa della befana (che all’interno è l’appartamento del pittore Luigi Picelli a Villa Weiss, nel centro storico di Merano).

Tra Caldaro, la stessa Merano e Siusi allo Sciliar si trovano le case dei ragazzi, mentre la casa del perfido Igor è la capanna del cervo (Hirschutte) nel bosco di Monticolo. Tutti luoghi, che – sebbene per alcune riprese aggiuntive si sia sfruttato il Monte Terminillo a nord di Roma – insieme ai magici panorami delle Dolomiti e del Sud Tirolo o dello strapiombo del bosco Vernurio di Rifiano, in Val Passiria, sono stati dei veri coprotagonisti del film.

Che per il suo sequel-prequel ha invece portato i suoi eroi tra le grotte di Orvieto Underground e Todi, nella zona dei Castelli Romani, tra la Villa Aldobrandini di Frascati e Villa Parisi a Monte Porzio Catone, ma anche nel bosco di Macchia Grande a Manziana, nella faggeta di Soriano nel Cimino (dove è la casa della strega buona Dolores) e alle cascate di Chia nella Tuscia.

 

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