La prima incredibile annata della serie Disney+ dedicata a Loki è appena terminata, per altro con l’annuncio ‘nascosto’ della prevedibile prosecuzione delle avventure del Dio dell’Inganno, che lo stesso Tom Hiddleston conferma di essere già al lavoro sulla seconda stagione.
Loki, nei titoli di coda del finale la conferma del ritorno
Come sa chi ha seguito lo show, sono state molte le sorprese condensate nei sei episodi e la situazione creatasi – che rimanda direttamente al Multiverso Marvel che verrà sviluppato nei prossimi film – non può che aver bisogno di una prosecuzione per svelare cosa aspetti ora i nostri eroi. Ed è quello su cui si sta lavorando, a detta dello stesso protagonista:
Sono così grato di aver potuto realizzare la prima stagione. Sono così eccitato dalle possibilità di continuare. Ne stiamo già discutendo. Intense discussioni, davvero molto intense. Non vedo l’ora di iniziare. Voglio dire grazie al pubblico, perché senza il pubblico non saremmo in grado di fare una seconda stagione. Spero che la prima sia stata piena di sorprese. E penso che la prossima lo sarà ancora di più.
Poche parole dalle quali traspare un grande entusiasmo da parte dell’interprete del Loki al centro di tutto, che abbiamo lasciato a interrogarsi sugli esiti del Finale di stagione, nel quale tutto ciò che pensava di conoscere rischia di essersi completamente trasformato, incluse le persone.
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Ma è qualcosa che scopriremo nel prosieguo dell’azione. E che in qualche modo potrebbe trasparire anche dalle prossime apparizioni del personaggio, a partire dal film Doctor Strange 2: nel Multiverso della Pazzia diretto da Sam Raimi, che Elizabeth Olsen ha già definito “il film più pauroso della Marvel”. Una nuova occasione di vestire i panni del Dio dell’Inganno, per la gioia di Tom Hiddleston, che lo interpreterebbe “per sempre”:
“Lo farei? Sì, assolutamente. Sono così fortunato di interpretare Loki per così tanto tempo, è un personaggio così interessante e ha così tanti aspetti diversi, così tante diverse caratteristiche complesse, che sembra che ogni volta che lo interpreto io scopra qualcosa di nuovo o lo facciamo evolvere o lo portiamo lungo una strada che non abbiamo mai percorso prima”.
