Mamma, ho perso l’aereo: ecco perché lo amiamo da 30 anni

La commedia natalizia per eccellenza diretta da Chris Columbus compie 30 anni

0

Oltre tre decenni fa, esattamente il 16 novembre 1990, usciva nei cinema americani Mamma, ho perso l’aereo. Da quella data, una cosa è certa: le vacanze di Natale hanno acquisito un sapore diverso.

Che il film non sarebbe stato una ‘semplice commediola natalizia’ lo si poteva percepire fin da subito. Basti pensare alla partecipazione di due attori come Joe Pesci e Daniel Stern, un cameo esilarante (e del tutto improvvisato) di John Candy, una colonna sonora composta da John Williams, un copione scritto dal re della commedia americana per famiglie John Hughes e la regia affidata all’autore delle sceneggiature di Gremlins e I Goonies, Chris Columbus. Insomma, gli ingredienti erano già ottimi in partenza, ma in più c’è stata la sorpresa forse migliore di tutte: un bambino biondissimo di nove anni, con gli occhi azzurri e le labbra rosse rosse, che in un attimo ha fatto cadere tutti (non solo i ladri) ai suoi piedi: Macaulay Culkin.

Macaulay Culkin il bambino prodigio

Con il ruolo di Kevin McCallister, “Mac” viene travolto dal successo, diventando il bambino più ricco e famoso di Hollywood per tutti gli anni Novanta. Columbus lo scelse dopo aver provinato circa 200 bambini, su raccomandazione di John Hughes, che lo aveva precedentemente diretto in Io e zio Buck.
Prima di ritornare a vestire i panni del temerario Kevin nel sequel del 1992 ambientato a New York, Culkin è riuscito anche a segnare l’infanzia di molti di noi con lo straziante Papà, ho trovato un amico, il film del 1991 con Dan Aykroyd, Jamie Lee Curtis e Anna Chlumsky che, chi l’ha visto lo sa, ci ha impartito una grande, importante lezione: meglio stare alla larga dagli alveari.
A partire dal 1994 in poi, però, l’eccessiva fama unita a pesanti conflitti nella sua vita familiare (incluso il suo allontanamento dal padre e una chiacchieratissima amicizia con Michael Jackson) fanno sì che il bambino-prodigio Culkin si ritiri dalla recitazione a soli 14 anni, dopo aver girato nel 1994 Richie Rich – Il più ricco del mondo.

L’accoppiata vincente

Tornando indietro a Mamma, ho perso l’aereo è curioso sottolineare come Chris Columbus si sia avvicinato al progetto dopo aver rifiutato la regia di un altro film natalizio scritto da John Hughes, Un Natale esplosivo (National Lampoon’s Christmas Vacation). Come ha raccontato in una recente intervista a Insider, Columbus si vide costretto a rinunciare a causa di forti divergenze con l’attore Chevy Chase. “Avevo buttato all’aria una grande occasione solo perché non andavo d’accordo con un attore, ma appena due settimane dopo John Hughes mi mandò altri due script da leggere e io, pieno di riconoscenza per la seconda opportunità che mi concedeva, scelsi Home Alone. Il resto è storia, ma sono stato fortunato”.

E ora ci vien da chiederci: come mai siamo così tanto affezionati a questo film? La risposta in realtà è molto semplice: Mamma, ho perso l’aereo è la commedia natalizia per eccellenza, in cui le parti comiche sono perfettamente bilanciate a quelle più toccanti, frutto di un’ottima sinergia tra il lavoro di Hughes e quello di Columbus.

Il tipo di umorismo cosiddetto slapstick presente nel film (fondato su una comicità elementare e articolato intorno a varie gag) è stato pensato specificatamente da Hughes ed esaltato da un reparto stuntman che potrebbe far invidia – in quanto a dedizione – a qualsiasi altra pellicola d’azione odierna. La messa in scena delle trappole senza alcuna CGI durante tutto il terzo atto è stata tanto rimarchevole, quanto pericolosa, e lo sa bene Chris Columbus: “Ogni volta che gli stuntmen facevano una di quelle acrobazie non c’era niente di divertente. Io pregavo che fossero ancora vivi. Quando Harry [Joe Pesci] fa quel salto mortale all’indietro, ho pensato davvero che Troy, il nostro stuntman, si fosse rotto la schiena al primo ciak. Appena si rialzavano e mostravano di stare bene, ci rilassavamo, vedevamo com’era venuta la scena e scoppiavamo a ridere.”

Se per la parte comica dobbiamo ringraziare la scrittura di Hughes, le corde più emozionanti del film sono merito di Columbus. Sua l’idea, ad esempio, di inserire nel finale il momento nel quale il vecchio signor Marley abbraccia sua nipote, reso ancora più toccante dal precedente dialogo avvenuto in chiesa con Kevin.
La chiave del successo di Mamma, ho perso l’aereo sta proprio in questo perfetto bilanciamento trappole-risate-cuore-famiglia, il tutto inserito in una cornice natalizia a dir poco impeccabile. D’altronde, manca poco più di un mese a Natale… sappiamo già cosa riguarderemo no?