Priscilla, il lato oscuro della favola (trailer)

Dal 27 marzo al cinema la grande storia d’amore dell’iconica coppia Elvis e Priscilla Presley

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Jacob Elordi e Cailee Spaeny, Priscilla

La vita di un’adolescente risucchiata nell’orbita turbolenta di una star mondiale. Per la prima volta, il pubblico del grande schermo potrà gustare la storia di Elvis Presley dal punto di vista di Priscilla Ann Presley, un ritratto intimo e coinvolgente della moglie di Elvis che mette in luce i chiaroscuri di una relazione ricca di complessità e contraddizioni. Scritto e diretto da Sofia Coppola, Priscilla, al cinema dal 27 marzo con Vision Distribution, narra la grande storia d’amore di questa coppia iconica, a partire dalle prime scintille fino allo sgretolarsi del loro matrimonio.

E lo fa offrendo una prospettiva inedita sul re del rock ‘n’ roll, raccontata attraverso gli occhi e le vicende di quella che fu sua moglie tra il 1967 e il 1973. Basato sul libro di memorie “Elvis and Me” (di Priscilla Beaulieu Presley, 1985), il film vede Cailee Spaeny nel ruolo di protagonista, perfettamente credibile sia nei panni della piccola 14enne che si innamora di un cantante famoso (era il 1959), sia nel ruolo di donna adulta, emancipata e coraggiosa.

Priscilla, la trama

Dal loro primo incontro in una base militare americana della Germania Ovest alla vita che hanno condiviso a Graceland, Memphis, Priscilla trascina lo spettatore in un viaggio tormentato, dritto al cuore oscuro della vita personale di Elvis la celebrità; un lato invisibile del grande mito americano che nei momenti privati può trasformarsi in qualcuno del tutto inaspettato.

Guarda qui il trailer di Priscilla

Jacob Elordi e Cailee Spaeny sono Elvis e PriscillaPresley

A interpretare il re del rock ‘n’ roll è Jacob Elordi, fresco del successo del suo ruolo in Saltburn e alle prese con la terza stagione di Euphoria. L’Elvis di Elordi è cupo e intrigante, a tratti crudele e dal carisma scintillante; una creatura più oscura e complicata della versione solare e avvincente di Austin Butler, nell’Elvis di Baz Luhrmann (2022). La sua vita con Priscilla si sostanzia in un rapporto di codipendenza e vulnerabilità, molto incentrato sulle droghe, stimolanti e calmanti, comprese le pillole per la dieta, alle quali Elvis introduce Priscilla molto presto. Cresciuto in un’epoca che ha rigidamente definito i ruoli di genere, nella sua esperienza le donne sono casalinghe accomodanti e comprensive. Ed è quello che in effetti lui si aspetta da Priscilla.

I modelli maschili di riferimento nel suo mondo prevedono forme di controllo sulla moglie, non senza un filo di prepotenza. E la protagonista cerca in effetti di compiacere il suo uomo, di modellarsi secondo l’ideale di femminilità stabilito da Elvis. La vita matrimoniale viene rappresentata a tratti come nauseante e claustrofobica per Priscilla, afflitta da una profonda solitudine, ingabbiata nei cancelli della residenza Presley mentre il re del rock ‘n’ roll è via in tournée o sul set di film con affascinanti attrici femminili.

Anche quando rumors di tradimenti cominciano a insinuarsi nella testa di Priscilla, l’Elvis di Coppola fa appello alla comprensione: “Ho bisogno di una donna che capisca che cose simili possono accadere”, è la battuta pronunciata da Elordi.

Più rapidamente di quanto potesse comprendere, la giovane Priscilla si trova intrappolata nelle pressioni di una vita di fama, coercizione e controllo della sua identità, che la porta a mettere in discussione sé stessa e le sue decisioni. La regista riesce nell’impresa di evocare con sensibilità e intelligenza quella dolorosa solitudine e quell’insopportabile isolamento esperiti da chi allo stesso tempo nella vita ha tutto e niente.

La regista Sofia Coppola

Con uno sguardo intimo ed empatico, Coppola cattura dettagli significativi per la narrazione: dalle atmosfere bizzarre del matrimonio ai momenti di noia e silenzio vissuti dalla giovane moglie. La differenza di età di 10 anni è solo uno dei tanti problemi che affliggono Elvis e Priscilla; e a lei serviranno diversi anni per acquisire la consapevolezza di quanto quella relazione di controllo e profondo squilibrio di potere la stesse danneggiando.

Nonostante il racconto includa scene che possono essere lette come il riflesso di un’epoca patriarcale, la visione che Priscilla conserva di Elvis è tenera: “Era un momento diverso, era l’amore della mia vita”, dice. “Ho vissuto nel suo mondo. Volevo compiacerlo. Volevo integrarmi. Volevo divertirmi con lui, fare quello che gli piaceva”. Persino il modo di acconciarsi viene in gran parte deciso da lui. I capelli cotonati e neri (come quelli di Elvis), il makeup, gli abiti a tinta unita, le décolleté. Il graduale processo di emancipazione si rifletterà poi anche sul guardaroba, con la modifica delle regole imposte dal marito, come il divieto di stoffe con stampe a motivi e fantasie.

Priscilla

La pellicola mette appunto in scena il percorso di profonda crescita interiore di Priscilla che, disillusa da quella favola a tratti ingannevole, abbandona i panni della giovane donna ingenua e insicura e si impegna nell’urgente ricerca della sua identità e forza. Immagine che si contrappone a quella di Elvis, rappresentato negli anni a venire come sempre più infantile, paranoico e carente di quel fascino che lo aveva reso famoso.

Spaeny e Elordi offrono interpretazioni intense e vibranti, che catturano l’essenza dei personaggi di Priscilla e Elvis. I due hanno raccontato in una recente intervista come sono entrati nei loro ruoli: “Esistono così tante informazioni sull’Elvis noto al mondo intero – ha spiegato Elordi – che è facile capire come rappresentarlo. Ma era la prospettiva di Priscilla che dovevamo portare in scena, come lei lo vedeva. E Sofia aveva un modo per assicurarsi che tu guardassi sempre attraverso quella lente”. “Mi sono dovuta prendere del tempo per prepararmi bene – ha raccontato invece Spaeny –, per capire cosa avrei fatto fisicamente e come dovevo orientarmi emotivamente, così da cercare di mappare questi elementi nel miglior modo possibile. L’intero arco narrativo consiste d’altronde nel restituire bene l’idea del passaggio dalla giovane ragazza alla donna che vede le cose con più chiarezza”.

Per la sua interpretazione Spaeny ha ricevuto una nomination ai Golden Globe come migliore attrice. All’anteprima mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia, Priscilla ha ricevuto una standing ovation di 7 minuti, con la giovane attrice che si è aggiudicata la Coppa Volpi.

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In una recente intervista a Vogue, Coppola ha parlato dell’approccio usato per mettere in scena una relazione tanto complessa e tormentata: “Non volevo – ha spiegato – che il lato più buio del loro rapporto oscurasse troppo il film. Si trattava di provare a mostrare la realtà attraverso il punto di vista di Priscilla e lasciare che fosse poi il pubblico a giungere alle proprie conclusioni. Bisognava cercare un certo equilibrio. Ma per me era importante che Priscilla trovasse il film sincero, fedele alla storia che ha raccontato”.

Alla fine Priscilla troverà la forza di uscire da quella relazione colma di sofferenza per cominciare una nuova vita da sola. Simbolico il momento in cui attraversa i cancelli di Graceland per un’ultima volta. Sulle note di “I Will Always Love You” di Dolly Parton, sembra lasciarsi alle spalle una volta per tutte la ragazzina che è stata per andare a prendersi la sua vita da donna.