Nella Selezione Ufficiale del Festival di Cannes 2022, nel prestigioso Un Certain Regard, Domingo y la niebla ci porta in un Costa Rica spesso celebrato come luogo ideale, utopia realizzata, altrettanto frequentemente senza averne grande contezza o aver ascoltato la voce di chi vive nella cosiddetta “Svizzera dei Caraibi”. Che il trentottenne di San José Ariel Escalante Meza, alla sua opera seconda da regista dopo El sonido de las cosas (2016) e una lunga carriera da montatore, sceglie di mostrarci attraverso una storia di resistenza rabbiosa e ostinata e il suo protagonista, Domingo appunto.
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Un uomo più che maturo, ma non ancora anziano, vedovo e in qualche modo prigioniero delle proprie abitudini e sensi di colpa. Anche se non nei confronti della figlia, che vive nel suo stesso paese, in un’altra casa, e spinge perché il padre accetti l’offerta di acquisto della casa di famiglia da parte dei violenti scagnozzi della compagnia che punta a costruire una autostrada in quell’angolo di Paradiso.
A fare di lui un esempio, un irriducibile, un ostacolo all’avanzata imperialista è in realtà la convinzione che la moglie morta abbia trovato il modo di tornare da lui, sotto forma di nebbia. Quella del titolo, appunto. Senza gli sviluppi soprannaturali di John Carpenter o Stephen King, ma con declinazioni più vicine a quelle del Realismo Magico tanto radicato nell’America non statunitense. Un eroe per caso, per gli effetti di un senso di colpa – tardivo e mai superato – da espiare solo con un estremo sacrificio.
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Inutile, a prescindere dalla scelta fatta (dal regista o dal protagonista), sia per la possibilità di dare senso in extremis a una esistenza di rimpianti, sia per la sua necessità nell’economia complessiva della storia. Che in ogni caso regala un crescendo – a tratti violento – di sorprendente solennità e innocenza, dalle inquadrature capaci di rivelare esiti inattesi in una generale convenzionalità e dal ritmo a suo modo imprevedibile, pronto a dimostrare come emozioni o empatia non abbiano bisogno di sottolineature o colpi di scena particolari. Tanto più nel racconto di una realtà diversa da quella che pensavamo di conoscere, dove memoria e futuro convivono a fatica, le paure nascondono condanne e la rivincita nasce dalla natura.