Festa del Cinema di Roma 2023, How To Have Sex inaugura Alice nella Città

Parlano Molly Manning Walker e Mia McKenna-Bruce

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Molly Manning Walker e Mia McKenna-Bruce, How to Have sex

Ad accompagnare il film inaugurale della nuova edizione di Alice nella Città all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone arrivano la regista Molly Manning Walker e una delle sue protagoniste, la Mia McKenna-Bruce di Persuasione (e della prossima serie tv distopica The Marshlands). Con loro parliamo di How To Have Sex – vincitore dell’Un certain Regard del Festival di Cannes 2023, prossimamente su MUBI e che Teodora distribuirà nei cinema all’inizio del 2024 – e di temi sempre più al centro del dibattito sociale ed educativo come quelli legati al consenso e la consapevolezza.

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È stato splendido vedere il film con un pubblico così giovane, la proiezione è stata molto emozionante – confessa la trentenne regista inglese, all’esordio dopo diversi corti e a Roma ospite di Alice nella Città. – I ragazzi  avevano l’eta delle mie protagoniste, ma l’abbiamo fatto per loro, ed era proprio questo quello che volevamo“.

E proprio da un cortometraggio nasce questo progetto, pur se trasformatosi nel corso della sua produzione: “in origine l’argomento era più focalizzato su come le autorità possano sottoporre a un nuovo trauma chi subisce una violenza, e sull’esperienza delle vittime, come delle persone che le circondano, ma poi abbiamo scelto di affrontare il tema da un punto di vista diverso“.

Un tema capace di toccare chiunque…

Tutto è partito da una storia molto personale, per me, ma poi mi sono accorta che aveva una valenza universale. Quello che mi interessava sottolineare era la generale mancanza di gentilezza ed empatia. Credo che se tutti ne avessimo di più, se fossimo in grado di capire quel che provano gli altri, sarebbe sicuramente più facile capirsi sul concetto di consenso e non sarebbe un argomento così delicato.

Anche il corto era ugualmente personale?

Mi sono ispirata a delle vacanze fatte con i miei amici, siamo partiti dai miei ricordi, dalle esperienze che avevo fatto quando avevo quell’età, ai tempi della scuola, ma è passato del tempo, per cui abbiamo voluto aggiunere elementi emersi da ricerche fatte successivamente, anche per capire come siano cambiate le cose e dare contemporaneità alla storia.

Che cambia molto nel suo sviluppo, come i suoi personaggi

In effetti avevo concepito il film come diviso in due parti, la prima più simil Disneyland, con colori più attraenti, musica più divertente e posti da sogno, e una seconda che diventa più cupa, nella quale si va oltre la superficie, gli ambienti sono più disordinati le feste più confuse. Ho voluto che si vedesse il passaggio tra i due mondi, ma soprattutto per me era importante fare un film che non fosse giudicante. In situazioni come queste le pressioni non vengono solo dai ragazzi, ma anche dalle altre ragazze, dall’ambiente… Sono comportamento che vediamo da molto tempo,  mi auguro che anche un film di genere possa aiutare a vederli e riconoscerli.

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Invece, Mia, tu ti sei riconosciuta in questa generazione?

Tante ragazze oggi trovano difficile capire chi vogliono essere, per questo il tema è ampio e arriva a essere universale. Ha a che fare con tantissime donne, e adolescenti moderne. Che spesso si nascondono dietro una facciata e non mostrano il loro vero volto.

La stessa Tara viene invitata a non essere ‘strana’, per conformarsi a un rituale di gruppo?

Una delle cose principali delle quali volevamo parlare era proprio la pressione, o le pressioni, cui sono sottoposte le ragazze. Da parte degli amici, dei social media e non solo… Io ho una sorella di 16 anni, che spesso torna a casa raccontando di voler fare cose che però non corrispondono effettivamente a suoi reali desideri e necessità. Con il senno di poi, io oggi le dico che non deve, ma capisco che le pressioni siano di tanti tipi.

Una tappa importante in una carriera che presto ti vedrà impegnata in una nuova serie tv, un altro personaggio che ti ha appassionato?

È stato un film davvero speciale con amici speciali, nel quale – anche se qualcuno potrebbe pensare che fossero altre – le parti più difficili sono state paradossalmente le riprese delle feste, nelle quali Molly mi diceva di ballare come una pazza. Mi sono fidata di lei, e mi sono lasciata andare. E ne sono contenta. Tara è un personaggio che può suscitare una discussione, una figura contemporanea, nella quale ci si può identificare. Uno di quelli che preferisco, anche come spettatrice, quelli dei quali poi  puoi parlarne con gli amici, affrontando temi interessanti.

 

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