Giornate degli Autori: il programma della ventesima edizione

Presentata la nuova edizione della sezione autonoma e parallela della Mostra del Cinema di Venezia, dedicata quest'anno alla memoria di Andrea Purgatori e Citto Maselli. Apre Los océanos son los verdaderos continentes, chiude Coup! con Peter Sarsgaard.

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Compiono 20 anni le Giornate degli Autori, sezione autonoma e parallela della Mostra del Cinema di Venezia (30 agosto – 9 settembre) promosse dalla Direzione Generale Cinema del Ministero della Cultura per iniziativa di ANAC e 100autori, coordinate dal Delegato Generale Giorgio Gosetti con la presidenza ad interim di Francesco Ranieri Martinotti.

C’è infatti un’assenza che pesa nel festeggiamento di questo traguardo, sottolineata con commozione durante la presentazione dell’evento il 27 luglio a Palazzo Merulana (Roma). Parliamo di Andrea Purgatori, Presidente delle GdA dal 2019 alla sua morte, avvenuta lo scorso 19 luglio a 70 anni. Al giornalista, sceneggiatore, autore e attore è dedicata quest’anno la manifestazione, come al suo illustre co-fondatore, il grande regista Citto Maselli (ci ha lasciato a marzo a 92 anni), che col collega Emidio Greco aveva dato vita nel 2004 alle Giornate.

La vera ricchezza delle Giornate – Ha detto Gosettiè sempre stata la varietà delle proposte e lo spirito conviviale, amichevole, inclusivo, in cui il sostegno a talenti coraggiosi e indipendenti si collega a momenti d’incontro, ricerca, dialogo tra voci creative. Andrea Purgatori ha saputo fare proprie queste caratteristiche e nutrirle della sua umanità, di un sorriso giocoso e vitale, della sua curiosità e passione per la scoperta”.

Purgatori (cui sarà intitolato il Premio alla carriera assegnato dalla SIAE) “ha portato alla nostra famiglia l’elemento del gioco, e non ci ha mai fatto scordare che alla fine siamo molto fortunati e ci divertiamo molto”, aggiunge la Direttrice artistica delle GdA Gaia Furrer, che ha illustrato la selezione dei titoli che animeranno l’iniziativa: 10 film in concorso e 7 eventi speciali nella selezione ufficiale, cui si aggiungono gli 8 lungometraggi italiani delle Notti Veneziane (di cui ha parlato la curatrice Silvia Jop), i corti di Miu Miu Women’s Tales, una serata dedicata a Jean-Marc Vallée e al cinema del Québec, 4 proiezioni speciali in Sala Laguna alla Casa degli Autori. Questa ospiterà inoltre una serie di iniziative e dialoghi in accordo con Isola Edipo (partner delle Notti) e con l’apporto delle associazioni degli autori, nonché una mostra di manifesti d’epoca ispirata al progetto 100+1: cento film e un Paese, l’Italia realizzato da Fabio Ferzetti con la collaborazione di Giuliana Gamba.

Pre-apertura il 29 agosto con la XII edizione del concorso cine-letterario Bookciak, Azione!, ideato e diretto da Gabriella Gallozzi e anch’esso nel ricordo di Citto Maselli. A presiedere la giuria (formata da Teresa Marchesi, Gianluca Arcopinto e Wilma Labate) incaricata di valutare e premiare i bookciak (corti tratti da una rosa scelta di libri e realizzati da giovani film maker) abbiamo stavolta Nichi Vendola, e il tema scelto è Storie per restare umani. L’evento è organizzato in partnership con SNGCI e Spi-CGIL, nuova invece la collaborazione con i ragazzi del carcere minorile di Bologna e con il Biografilm, la cui Giuria Giovani tutta un’altra storia sceglierà il miglior corto della collana Onda Bookciak, composta dai vincitori delle passate edizioni.

Ad aprire ufficialmente il Concorso internazionale delle GdA è invece Los océanos son los verdaderos continentes, esordio nel lungometraggio del regista milanese Tommaso Santambrogio. Il film, co-produzione italo-cubana, è integralmente ambientato nella Cuba contemporanea tra malinconia e vitalità, speranze e sogni perduti, attraverso una storia che tocca tre generazioni.

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Un'immagine del film di apertura delle GdA Los océanos son los verdaderos continentes.
Un’immagine del film di apertura delle GdA Los océanos son los verdaderos continentes.

La regista francese Élise Girard si trasferisce in Giappone per il suo terzo lungometraggio, Sidonie au Japon. Bisogna andare in capo al mondo per ritrovare se stessi? Per Sidonie, interpretata da Isabelle Huppert, pare proprio di sì. In un luogo sconosciuto e impenetrabile, in un continuo alternarsi tra passato e presente, tra fantasmi e persone reali, la donna ritrova senso e identità perduti. Restiamo in Giappone con Kyoshi Sugita, uno dei nomi più interessanti del cinema asiatico contemporaneo che in Kanata no uta affronta il tema dell’empatia e dell’altruismo. Qui una ragazza solitaria osserva il dolore nei volti di sconosciuti, altrettanto solitari, che poi si trasformano in persone familiari da abbracciare.

Di sofferenza donare agli altri ciò che la sorte ha reso inutile per se stessi – in questo caso il latte materno destinato a un bambino mai nato – parla Stefanie Kolk in Melk, mentre la belga Delphine Girard in Quitter la nuit, sorta di sequel del cortometraggio Une sœur che le valse la candidatura agli Oscar 2020, narra l’indagine poliziesca che ruota attorno a una violenza di stupro.

Dal triangolo formato da un figlio, una madre biologica e una madre adottiva il basco Víctor Iriarte (Sobre todo de noche), con l’aiuto delle interpreti Lola Dueñas e Ana Torrent, formula il racconto di un’alleanza sorta per cercare e difendere il senso autentico delle relazioni, anche di quelle che spesso sono intrappolate in vincoli burocratici costruiti da chi non pensa ai sentimenti. La canadese Ariane Louis-Seize è interprete di un cinema indipendente e di genere e in Vampire humaniste cherche suicidaire consentant mette in scena una giovanissima vampira malata di empatia. Rifiuta di nutrirsi perché ucciderebbe, sovvertendo dunque la regola scritta da chi per vivere si sente autorizzato a sopraffare il prossimo.

E parlano di sodalizi ed alleanze artistiche due film pur molto distanti tra loro, il marocchino Backstage di Afef Ben Mahmoud e Khalil Benkirane e il greco To kalokairi tis Karmen di Zacharias Mavroeidis. Nel primo, sorta di road-movie danzante che si avvale delle coreografie del belga-marocchino Sidi Larbi Cherkaoui, i registi si addentrano nella vita di una compagnia di ballo e di questa svelano le dinamiche interne tra piccole vendette e regolamenti di conti, segreti e confessioni. Il secondo è una commedia apertamente queer che esplora il significato di varie relazioni, tra cui quelle con la famiglia, i partner, gli amici e gli animali domestici e racconta di due amici che si godono una giornata nella spiaggia gay di Atene collaborando a un’idea di lungometraggio. A una presa di coscienza collettiva si affida il malese Wu yue xue di Chong Keat Aun, tra i fantasmi di una tragedia passata che nel presente provano a riproporsi per riportare alla luce il rimosso.

La commedia greca di Aristofane (Lisistrata) ispira il regista iraniano Ayat Najafi, che apre gli eventi speciali fuori concorso con Aftab missava, raccontando di una ribellione, delle repressioni, di libertà da conquistare, di donne che si prendono in carico il compito di sovvertire le regole. In Photophobia, invece, due registi slovacchi, Ivan Ostrochovský e Pavol Pekarčík, arrivano in Ucraina. Tra le rovine di una guerra devastante decidono di assumere un punto di vista alternativo, quello dei bambini che hanno trovato riparo in una stazione della metropolitana.

Gianluca Matarrese ne L’expérience Zola ci porta in un altrove linguistico e letterario dove lavora con una coppia di attori teatrali francesi e con loro percorre il tragitto che dalla realtà porta alla finzione e viceversa in uno scambio continuo tra arte e vita.

La regista franco-palestinese Lina Soualem in Bye Bye Tibériade compie un percorso a ritroso nel tempo, incontrando sua madre, la nota attrice Hiam Abbass, e le altre donne che compongono una grande famiglia, quelle che hanno vissuto nella Palestina del secolo scorso, tra guerre, speranze, ingiustizie, diaspore e quella fiera volontà di restare per affermare la propria presenza.

Un altro regista italiano, Edoardo Morabito (L’avamposto), si mette in movimento, prende la direzione della foresta amazzonica per seguire le tracce di un eco-guerriero scozzese che all’Amazzonia ha dedicato la sua vita. E poi, la celebre regista francese Céline Sciamma, Presidente di giuria alle scorse GdA, propone un breve film girato a Roma in modalità produttiva completamente autonoma, avvalendosi del contributo artistico della cantante Chiara Civelloin omaggio a Patrizia Cavalli: il titolo è This is how a child becomes a poet.

Lo stesso giorno, alla stessa ora, nella stessa sala, Sciamma si troverà accanto alla regista macedone Teona Strugar Mitevska, che in 21 days until the end of the world condivide un diario intimo, una riflessione politica, un atto di ribellione. Film di chiusura fuori concorso è lo statunitense Coup! di Austin Stark e Joseph Schuman con Peter Sarsgaard. Protagonista è un piccolo gruppo asserragliato in una villa nel 1918 per proteggersi dall’Influenza Spagnola in preda agli istinti umani dai quali dovremmo liberarci.

Un'immagine di Coup!, film di chiusura delle Giornate degli Autori.
Un’immagine di Coup!, film di chiusura delle Giornate degli Autori.

Due elementi, ha sottolineato Silvia Jop, risaltano tra i titoli delle Notti Veneziane 2023: il ritorno al cinema di finzione «che in qualche modo ci restituisce la possibilità di creare un’altra realtà» e il «bisogno di tempo». Due aspetti che vedremo articolarsi a partire dal film d’apertura L’invenzione della neve di Vittorio Moroni (con Elena Gigliotti), e proseguendo con Across di Irene Dorigotti, Anna di Marco Amenta, Con la grazia di un dio di Alessandro Roja (con Tommaso Ragno e Maya Sansa), Casablanca di Adriano Valerio, Frammenti di un percorso amoroso di Clhoé Barreau, Le mie poesie non cambieranno il mondo di Annalena Benini e Francesco Piccolo e Semidei di Fabio Mollo e Alessandra Cataleta.

A questi si aggiungono le proiezioni speciali Nina dei Lupi di Antonio Pisu (in sala dal 31 agosto per Genoma Films) e, nello spazio Dialoghi con gli autori, Italo Calvino, lo scrittore sugli alberi di Duccio Chiarini, Parola ai giovani di Angelo Bozzolini, Il popolo delle donne. Il film di Yuri Ancarani e C.R.A.Z.Y (2005) di Jean-Marc Vallée nella versione restaurata in 4K.

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