Giovanna Mezzogiorno, dal body shaming al corto Unfitting

C'è una faticosa esperienza personale dietro l'esordio alla regia dell'attrice

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Unfitting Giovanna Mezzogiorno

Dopo più di 25 anni di carriera, finalmente arriva l’esordio dietro alla macchina da presa di Giovanna Mezzogiorno. Purtroppo in un corto che nasce dalla faticosa esperienza della regista, in passato vittima di body shaming, che ne parla senza remore presentando alla Festa del Cinema di Roma 2023 il suo Unfitting, nato da un’idea della direttrice del settimanale Grazia, Silvia Grilli e prodotto da Manuela Cacciamani.

Accompagnata da Marco Bonini, Massimiliano Ciaiazzo e Carolina Crescentini, interpreti – con Ambra Angiolini, Moira Mazzantini e Fabio Volo – del film che racconta della storia di Giovanna, attrice rifiutata perché il suo aspetto fisico non risulta conforme ai canoni estetici e costretta a situazioni di ordinaria crudeltà da parte di regista, produttore, ufficio stampa,  e agente, mentre solo la voce di un giovane attore si erge in sua difesa.

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Tutto è iniziato da una conversazione con Giovanna Mezzogiorno su degli episodi che le erano accaduti su alcuni set, una sorta di bullismo subito dopo la gravidanza, in seguito al cambiamento del suo corpo – racconta la Grilli. – A quel punto, facendo una ricerca su Giovanna su internet ho iniziato a trovare una serie di commenti sul tenore di ‘quanto pesa?’, ‘Giovanna Mezzogiorno gonfia’, o ‘malata’, e ho pensato che questo bullismo digitale meritasse qualcosa di più di una intervista, perciò le ho chiesto di scrivere e dirigere Unfitting, inadeguata“.

“Anche io vivo quello stesso bullismo, ché di bullismo si tratta! – aggiunge Carolina Crescentini, prima di lasciare la parola all’amica Giovanna. – Io porto una 42 che sembra un insulto a tutto. Alla moda, ai costumisti che ti dicono se puoi perdere peso per poter indossare un certo abito invece di trovarne un altro… Io ho un buon carattere, perché mi prendo in giro da sola, che è la mia difesa. Quando vengo bullizzata sono io che prendo in giro la situazione perché fa male, molto. Ma è una continua, costante mancanza di rispetto, e di educazione, semplicemente detto, e se questo corto può far sentire a disagio anche solo per tre secondi chi ci ha fatto sentire a disagio per più tempo, sarà già una piccola vittoria.
Questo è un problema in particolare delle donne, che ha stufato, e dopo tanto parlare di emancipazione se ci perdiamo dietro a questo siamo ridicoli, noi che lo abbiamo permesso per troppo tempo, e chi continua a fare certe chiacchiere da bar. Poi ci sono tante colleghe, che a volte si sono sfogate, che per non fare il famoso fitting, la prova dell’abito meraviglioso per un red carpet o una conferenza stampa, per non vivere quell’umiliazione – ché ti umilia anche la sarta del brand che deve allargarti il giro manica – si rivolgono al vintage. Santo sempre, certo, ma non è giusto. Noi siamo chiamati a fare un lavoro per quel che possiamo portare emotivamente. Noi siamo il passaggio da carta a immagine e dovrebbe prescindere dal girovita. Questa cosa è dolorosa e fa arrabbiare, io penso che prima o poi farò un grande monologo, anche su una panchina in un parco, nel quale dirò tante cose, perché è arrivato il momento di mettere a posto un po’ di gente”
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Giovanna Mezzogiorno, dare una forma a questa ossessione per la forma fisica ha aiutato a lasciarsi spalle le delusioni?

Intanto vorrei dire che è una questione di cui si parla, si chiacchiera tanto, ma non viene mai veramente raccontato quanto può essere grave per una persona. Non pretendo certo di essere io a cambiare le cose e non mi illudo che questo cambi nulla in una cultura millenaria, ma è vero che può essere devastante – soprattutto in una fase adolescenziale – e indurre a conseguenze molto gravi, ed è qualcosa che non deve essere sottovalutato. A me è successo a 50 anni, e sono tutto tranne che adolescente, ma fa male, sempre. Si è parlato molto della mia gravidanza, durante la quale ho preso 20 chili perché aspettavo due gemelli, ma li ho presi anche perché son stata pigra, perché ho fatto più vita casalinga che lavorativa ed era più facile andare a svuotare il frigo, quindi è stata anche colpa mia e non del fatto che ho avuto due figli meravigliosi, bisogna essere onesti. Detto ciò non importa. Che a 40 ani sia più difficile perdere peso sono problemi miei, certo, ma che questo diventi un’arma per offendere, denigrare, ricamare leggende, sul fatto io fossi malata per esempio, sono cose gravi, che possono rovinare la vita di una persona.
Un piccolo aneddoto: anni fa partecipati a una famosa trasmissione domenicale, quando avevo una fastidiosa cisti all’occhio sinistro, che poi ho dovuto operare, ovviamente questo mi dava un aspetto sinistro, sembrava mi avessero menato, ma dovevo fare promozione e son andata. Il giorno dopo i commenti mi hanno fatto rabbrividire, anche per come le voci si spargono a macchia d’olio… Quel che si viene a creare è allucinante, ci vuole forza, ma è una parola che ha rotto le palle. Io non sono forte. Ci vuole resistenza. Prima deve passare lo sbigottimento, poi bisogna capire cosa sia successo e poi bisogna saperne ridere. Per questo io ho fatto un corto in cui ironizzo su queste cose. Perché bisogna saperne ridere di questa cosa, che però può distruggere la vita della gente, e non smetterò mai di ripeterlo, fino a quando non mi metteranno sotto terra.

Non sempre purtroppo si può contare sulla solidarietà femminile…

Assolutamente no, purtroppo, ma in maniera anche abbastanza dichiarata… Io non ho veramente niente da insegnare a nessuno, ma io non sono una antagonista, di natura, e gli altri non dovrebbero esserlo, in generale. Non mi occupo delle vite degli altri, che non conosco, e non le giudico, come gli altri dovrebbero giudicare la mia. Perché alla fine in questo mondo, in cui crediamo di sapere tutto, in realtà nessuno sa nulla della vita intima degli altri. Io so tutte le persone che hanno detto, fatto, commentato, criticato, riso… ma sarò sempre gentile con loro, perché sono educata e non falsa, sono due cose diverse. Ciò non toglie che io sia più consapevole. Ci ho messo un po’, ché ho 49 anni e ho iniziato a lavorare a 19. Quando ho avuto i bambini ed ero una cicciottella stanca, la gente mi diceva “ma scusa quando i bambini vanno a riposare, ma non vai a correre?”… Sì, come no, ma a letto, a dormire!

 

Unfitting Giovanna Mezzogiorno

 

Unfitting vuole evidenziare, in maniera ironica e non auto commiserativa, la faticosa e complessa strada che incontrano quotidianamente moltissime donne nel proprio ambito personale, professionale e psicologico. Nate e cresciute in una ‘dittatura estetica’, sono sottoposte ad un continuo giudizio critico e spietato, che ne mina le certezze e l’autostima.

Ho cercato, in pochi minuti, di rendere l’idea di quanto sia difficile (ma al contempo importantissimo) lottare contro questo sistema di controllo e a questi criteri di scelta. In questo senso fondamentali sono le basi culturali ed educative di ognuno, per questo ho suggerito l’importanza dei ricordi e delle suggestioni profonde e intime, strumenti per affrontare la ferocia e l’aggressività del mondo esterno. Dagli attori ho ricevuto la giusta sintesi che cercavo tra crudezza e intensità. In poche parole dovevano esprimere un mondo respingente e negativo, del quale non bisogna avere timore, ma bisogna riderne.

Giovanna Mezzogiorno