Il grande concerto di Maria Callas all’Opéra rivive nel doc di Tom Volf

Per l'omaggio della Festa del Cinema alla soprano, il regista porta anche il doc "Callas - Parigi, 1958", dai filmati originali (restaurati e colorizzati) di una delle sue più importanti esibizioni. In sala per Nexo Digital dal 6 al 9 novembre

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Già regista nel 2017 del doc Maria by Callas, Tom Volf ha dedicato dieci anni di ricerca e di opere alla celeberrima soprano greco-statunitense vissuta tra 1923 e 1977, omaggiata dalla Festa del Cinema di Roma per il centenario della nascita. Non poteva che esserci anche lui, dunque, e con due film: uno, Maria: Lettere e memorie, è interpretato da Monica Bellucci come lo spettacolo teatrale che lo stesso Volf aveva diretto e portato in scena tra il 2019 e il 2023. L’altro, Callas – Parigi, 1958 (presentato il 21 ottobre alla Festa nella sezione Storia del Cinema, poi in sala dal 6 al 9 novembre per Nexo Digital), fa rivivere una delle più memorabili esibizioni di Maria Callas, il concerto all’Opéra di Parigi del 19 dicembre 1958, a partire dal ritrovamento (nel 2021) delle bobine originali in 16mm.

Quella serata, spiega Volf, «fu un vero evento dell’alta società parigina e che attirò numerose celebrità: Charlie Chaplin, Brigitte Bardot, il Duca e la Duchessa di Windsor, Juliette Greco e persino lo stesso presidente francese erano presenti per assistere e ascoltare la “Divina”. Le riprese coprivano l’intera serata, dall’arrivo di queste personalità e il loro ingresso nel foyer principale dell’Opéra Garnier fino all’esibizione della Callas. Nella prima parte della serata la Callas cantò tre arie, le più celebri del suo vasto repertorio, poi ci fu un lungo intervallo dove portarono sul palco le scene per Tosca, la seconda parte del gala. Durante questa pausa le telecamere continuarono a riprendere, perché l’evento era trasmesso in diretta e non erano previste interruzioni pubblicitarie, perciò, furono registrati dei momenti dal dietro le quinte».

Tre ore di girato, ridotte a novanta minuti e meticolosamente restaurate in 4K e colorizzate a cura del co-produttore Samuel François-Steininger, che racconta: «Conoscevo la Callas dalla sua musica, ma lavorando con Tom in questi film ho scoperto la sua personalità. Sono rimasto davvero affascinato dalla sua energia e dal modo in cui riusciva a cambiare la sua voce e il linguaggio del suo corpo per adattarli al pezzo che stava eseguendo. Lo si vede particolarmente in questo recital parigino, perché canta brani di diverse opere e passa da un personaggio all’altro nel giro di pochi minuti. Ti immergi davvero nel talento unico e speciale che aveva. Mi ha proprio commosso».

L’importanza di quel concerto, sottolinea Volf, si lega anche al periodo particolarmente difficile attraversato allora dalla cantante, che tra le altre cose era stata costretta ad abbandonare dopo il primo atto la sua performance per l’inaugurazione del Teatro dell’Opera di Roma a causa di una bronchite: «Aveva fatto scalo all’aeroporto di Parigi all’inizio di quell’anno particolare – veniva da Roma, incalzata dalla stampa italiana, diretta negli Stati Uniti per esibirsi a Chicago – e aveva lasciato l’Italia letteralmente tra i fischi mentre si incamminava verso la stazione ferroviaria. Quindi, anche se era stata a Parigi per meno di 24 ore, in quel momento fu una città dove si sentì accolta e amata».

Se lo spettacolo all’Opéra (dove Callas cantava per la prima volta) fu una grande sfida per l’artista, anche il lavoro di Volf e François-Steininger sulla pellicola non è stato dei più semplici, pensando in particolare al processo di aggiunta del colore. «Siamo stati molto aiutati dalla Fondazione Callas», racconta Volf, «che è stata in grado non solo di procurarci alcune rarissime immagini a colori della serata ma anche di trovare l’abito originale che Maria Callas indossava quella sera. Questo ultimo aiuto è stato davvero prezioso e Sam ha avuto in questo modo la possibilità di riprodurre meticolosamente il colore esatto dell’abito. Non volevamo mostrare meramente ciò che potevamo ricreare con la tecnologia a nostra disposizione, ma volevamo ricreare quella meravigliosa serata in modo da avvicinare il più possibile il pubblico a quella che deve essere stata l’esperienza originale».

Dopo l’omaggio della Festa di Roma, Volf prosegue nel suo impegno come co-creatore della Fondazione Maria Callas «raccogliendo tutti i filmati d’archivio, le foto, le registrazioni e i manufatti che sono andati perduti e sparsi in tutto il mondo in modo per poter proteggere sia questi cimeli che l’eredità artistica della Divina». L’obiettivo finale è mettere su «un museo permanente a lei dedicato – a Parigi – un luogo che raccolga tutti i suoi archivi e le sue collezioni personali in luogo che le persone possano visitare per gli anni a venire».