SILS MARIA

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Clouds of Sils Maria Svizzera/Germania/Francia, 2014 Regia Olivier Assayas Interpreti Juliette Binoche, Kristen Stewart, Chloë Grace Moretz, Lars Eidinger Sceneggiatura Olivier Assayas Produzione Charles Gillibert Distribuzione Good Films Durata 2h e 04′ www.goodfilms.it

In sala dal 

6 novembre

Maria Enders, celebre e celebrata attrice teatrale e cinematografica, accetta di riportare sulla scena il dramma che la rivelò giovanissima, dell’appena scomparso (e all’improvviso) Wilhelm Melchior. Sono passati 20 anni e questa volta dovrà fare la parte dell’altra donna, una matura e sentimentalmente disarmata industriale. Nella baita dello scrittore, accompagnata dall’assistente Valentine, molto efficiente, prova e riprova la parte, cercando di trovare dentro di sé le ragioni e il senso del ruolo. Ma forse non è ancora pronta, sensazione che si acuisce quando incontra la scandalosa e ambiziosa young star hollywodiana Jo-Ann Ellis che sarà sua partner sul palcoscenico.

Due tracce narrative intersecano e confluiscono all’interno di un film vibrante oltre l’ordinario, sensibile e acuto come pochi altri ci è capitato di vedere in queste stagioni. Da una parte il travaglio di una persona che non riesce a crescere e che coinvolge/sconvolge ciò che le sta intorno nel suo passionale egocentrismo, dall’altra la bellezza misteriosa e inquietante del “serpente del Maloja”, un affascinante fenomeno atmosferico che si verifica all’approssimarsi dell’autunno in Engadina (Svizzera), quando le nuvole quasi scacciate dai laghi italiani formano un lungo e nastriforme corteo lungo la valle. Da un’idea della stessa Juliette Binoche (raramente così solare, così convincente, affiancata da Kristen Stewart sorprendente per dedizione e maturità espressiva) e da un documentario del 1924 di Arnold Frank (Cloud Phenomena of Maloja, di cui sono rimasti solo 9 minuti), Olivier Assayas, uno di quei registi che (come Herzog in altri ambiti) si mette continuamente in gioco e rischia ogni film come un’avventura personale (mentalmente e spiritualmente), ha realizzato un dramma dal fascino quasi magico in certi momenti, con tanti sottotesti tutti da scoprire, mentre il conflitto sottile e spietato tra i personaggi della Binoche e della Moretz rivisita reinventandolo (e arricchendolo di altre suggestioni) quello peraltro mitico di Eva contro Eva tra Bette Davis e Anne Baxter. Ulteriore segnale di come lo sguardo di Assayas (suoi titoli splendidi come L’eau froide, Irma Vep, il televisivo Carlos o Qualcosa nell’aria) si apra a ogni direzione ma non dimenticando mai il grande insegnamento del cinema del passato.

Massimo Lastrucci