Durante un’intervista con il Los Angeles Times, Ben Affleck ha ripercorso i momenti più difficili della sua carriera, citando, primo su tutti, il film della Justice League e quando, nel 2017, annunciò che non avrebbe più diretto The Batman (il film passato poi a Matt Reeves con Robert Pattinson protagonista).
Affleck ha spiegato di essere giunto alla consapevolezza di doversi concentrare su scelte di carriera che lo rendessero realmente felice, piuttosto che agire per cercare di compiacere gli altri. La regia di The Batman era una di quelle cose, ad esempio.
«L’ho guardato e ho pensato: ‘Questa cosa non mi renderà felice; dovrebbe farlo una persona che ami davvero il progetto’. Probabilmente se avessi avuto 30 anni lo avrei fatto. Ma è stato lì che ho iniziato a capire che non ne vale la pena. Ricalibrare le tue priorità è un meraviglioso beneficio. Quando ho imparato ad andare oltre l’esperienza, mi sono sentito più a mio agio»
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Secondo Affleck, Justice League è stato il nadir, il punto più basso della sua carriera, non tanto per la qualità del progetto, ma per le difficoltà che si è trovato a vivere in quel periodo. L”attore ha citato una confluenza di fattori, tra cui l’abbandono del regista Zack Snyder in seguito alla morte della figlia Autum (che comportò il subentro di Joss Whedon), il divorzio dall’attrice Jennifer Garner e i suoi frequenti viaggi che lo facevano essere lontano da casa.
“È stata la peggiore esperienza della mia vita, è stato terribile. Era tutto ciò che non mi piaceva. Ma non per il fatto che Justice League fosse così brutto. Perché avrebbe potuto essere qualsiasi cosa”.
Nonostante tutto, l’amore di Ben Affleck per il personaggio di Batman è stato ed è tuttora reale, tanto che tornerà a vestirne i panni nel film The Flash, in uscita a novembre.
