Detective Marlowe, Neil Jordan e il ritorno del Noir (intervista)

Il regista parla del ritorno dello storico personaggio, affidato a Liam Neeson

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Detective Marlowe

Philip Marlowe è uno dei personaggi più affascinanti della letteratura noir, nato dalla penna di Raymond Chandler nel 1933. L’ultimo a incarnare questo private eye rude, malinconico, romantico è Liam Neeson, diretto dall’amico e compatriota Neil Jordan. I due avevano lavorato insieme in Fantasmi da legare e soprattutto in Michael Collins, Leone d’oro a Venezia nel 1996.

In esclusiva su Sky Cinema e NOW dal 28 agostoDetective Marlowe è tratto dal romanzo “La bionda dagli occhi neri: Un’indagine di Philip Marlowe (The Black-Eyed Blonde)” dell’irlandese John Banville, che ha ripreso il personaggio creato da Chandler calandolo in un’indagine in cui la verde isola è molto presente. L’intreccio è complesso, come in ogni noir che si rispetti, con tutti gli elementi necessari: dalla dark lady ai torbidi retroscena della Hollywood degli anni ’30. Nel cast anche Diane Kruger, Jessica Lange, Colm Meany, Ian Hart, Danny Huston e Alan Cumming. Ne abbiamo parlato con il regista.

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Mr Jordan, ci sono molti cambiamenti rispetto al romanzo?
Quando ho letto la sceneggiatura di William Monahan erano già presenti e mi sembravano variazioni sensate. Spostare l’azione nel 1938 dagli anni ’50 dava alla storia un effetto più alla Chandler. E l’ambientazione negli studios, piuttosto che nell’industria dei profumi, funzionava di più.

Lei ama frequentare i generi, dalla commedia al melò al noir. Cosa la attrae?
Sono prima di tutto uno scrittore, quando scrivi narrativa non fai caso ai generi. Quando ho iniziato con il cinema ho scoperto che era co- me entrare in una casa con tante stanze. In una c’è il western, in un’altra l’horror, la commedia, le storie d’amore. Ho fatto film così diversi tra loro perché ho voluto sperimentare, il che mi rende un regista anomalo. Ken Loach fa i film di Ken Loach. Invece dopo il mio esordio, Angel, un thriller ambientato in Irlanda del Nord, ho fatto un horror, un gangster movie e la mia carriera si è evoluta così, sempre cercando una nuova forma narrativa con generi diversi.

1938, ovvero subito dopo Il lungo addio, il romanzo più famoso di Marlowe, quindi lo troviamo in una condizione emotiva particolare
Marlowe è un personaggio anche molto divertente, un uomo non più giovane che non ha intenzione di farsi spezzare ancora il cuore. In questo film è diviso tra due donne bellissime, e in realtà la coppia perfetta sarebbe quella con Jessica Lange, più anziana ma più affascinante agli occhi dell’investigatore.

Costruire un noir è sempre complicato, lo spettatore non deve perdersi…
È la ragione per cui ho chiesto a William di entrare più nel cuore degli studios. Nella mia testa avevo una storia a cui fare riferimento, quella di Joe Kennedy, il padre di John, che comprò la RKO perché aveva una relazione con Gloria Swanson. Ho chiesto a Monahan di lavorare in questa direzione e poi mi ci sono messo anche io, soprattutto per la seconda parte del film, quando è chiaro che è dal mondo del cinema che parte la corruzione nella Città degli Angeli.