Il regno del pianeta delle scimmie, la recensione

Continua la saga iniziata nel 1968, che attendevamo dall'ultimo capitolo del reboot

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Il regno del pianeta delle scimmie

Dopo i cinque film della saga classica, la sottovalutata rilettura di Tim Burton, il franchise basato sui personaggi creati da Rick Jaffa & Amanda Silver continua con il seguito del The War del 2017 (qui la recensione), Il regno del Pianeta delle scimmie diretto da Wes Ball. Interpretato dagli irriconoscibili Owen Teague, Freya Allan, Kevin Durand, Peter Macon, William H. Macy, il film  è al cinema da oggi, mercoledì 8 maggio, data di uscita del film stabilita dal distributore The Walt Disney Company Italia.

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IL FATTO

Nel 2017 The War – Il pianeta delle scimmie di Matt Reeves concludeva la trilogia reboot cominciata nel 2011 con L’alba del pianeta delle scimmie di Rupert Wyatt, dove avevamo seguito la mutazione ed evoluzione dei primati che, guidati da Cesare, scimpanzé mirabilmente incarnato da Andy Serkis grazie alla performance capture, hanno dato vita al pianeta delle scimmie. Le prime immagini di Il regno del pianeta delle scimmie sono proprio quelle del funerale di Cesare, passando immediatamente a “molte generazioni dopo”. Le scimmie sono la specie dominante, divisi per clan vivono in armonia con la natura, mentre gli umani costretti nell’ombra sono ridotti a uno stato primitivo. L’incursione delle armate del tirannico Proximus Caesar (Kevin Durand) una scimmia di Bili che, distorcendo l’insegnamento di Cesare, sta edificando nel sangue un suo personale impero, distrugge l’insediamento del giovane Noa (Owen Teague). La giovane scimmia intraprende così un doloroso viaggio per liberare i sopravvissuti del proprio clan, in cui incontrerà anche Mae (Freya Allan), un’umana insolitamente evoluta, di cui dovrà decidere se fidarsi o meno.

Il regno del pianeta delle scimmie

L’OPINIONE

Nel 1968 Il pianeta delle scimmie di Franklin J. Schaffner, interpretato da Charlton Heston e basato sul romanzo La Planète des Singes (1963) di Pierre Boulle, fu uno shock per gli spettatori di tutto il mondo: il finale di quel film è rimasto impresso nella memoria di chiunque allora l’abbia visto in sala (compreso chi scrive). Da quel film è nato un franchise con opere di qualità altalenante e che ha ritrovato la forza originale nella trilogia reboot sostenuta dal Cesare interpretato da Serkis. In questo film, dove pure si tenta un coraggioso approccio a lungo esclusivamente primate-centrico, quella magia non è però ripetuta. Noa non ha il carisma di Cesare, Proximus Caesar è un cattivo che emula i peggiori comportamenti degli umani e la ragazza ha un ruolo necessariamente ambiguo. Fatta salva la magniloquenza tecnica della performance capture, che ricostruisce orde di scimmie, il pathos latita, ameno fino al twist narrativo finale.

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Oltre all’originale del 1968, tuttora di grande potenza, la trilogia reboot è quella con la maggiore capacità empatica.

Il regno del pianeta delle scimmie

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO
il-regno-del-pianeta-delle-scimmie-la-recensioneKingdom of the Planet of the Apes. USA. 2024. Regia Wes Ball. Sceneggiatura Josh Friedman (basata sui personaggi creati da Rick Jaffa & Amanda Silver). Interpreti Owen Teague, Freya Allan, Kevin Durand, Peter Macon, William H. Macy. Durata 2h 25’. Distribuzione The Walt Disney Company Italia.