“ASSASSIN’S CREED”: LA RECENSIONE

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id. Usa, 2016 Regia Justin Kurzel Interpreti Michael Fassbender, Marion Cotillard, Jeremy Irons, Brendan Gleeson, Ariane Labed, Brian Gleeson Distribuzione 20th Century Fox Italia Durata 1h e 55’

In sala dal 4 gennaio 2017

IL FATTO – Tra Templari e la setta degli Assassini c’è da secoli una guerra nascosta e totale. In palio “la mitica mela dell’Eden” , quella che “contiene il codice genetico del libero arbitrio” (!?), scomparsa dal XV secolo. Per ritrovarla, i Templari hanno costruito un incredibile apparecchio tecnologico che riesce, attraverso proprio la genetica, a far “vedere” e “interpretare” il passato. Così il condannato a morte Callum Lynch viene sottratto alla sua sorte e costretto a rivivere le gesta del suo antenato nella Siviglia del 1492 (occhio alla data!), Aguilar. Ma, come si potrebbe dire, il Templare fa le pentole ma non i coperchi.

L’OPINIONE – Dopo una sbilenca versione del Macbeth (un po’ barbarica, un po’ modaiola), il team Justin Kurzel (regista), Michael Fassbender-Marion Cotillard (protagonsiti) si ricompone per reinventare una pomposa versione su schermo nel conosciutissimo e omonimo videogioco della Ubisoft. Se il nucleo della trama è di clamorosa imbecillità (“La mela è di tutti!”, “Con il tuo aiuto apriremo la strada a nuovi modi per sradicare la violenza” con risposta: “tu vuoi curarmi dalla violenza, chi curerà te?” e poi via con la macelleria!), l’apparato ludico (diremo così) è di tracotante possanza: effetti speciali a gogo (la macchina, chiamata Animus, è un bel parto di creatività), scenografie importanti, una seriosità che sfida impunemente il ridicolo. Oltretutto il duello mistico-muscolare tra Templari e Assassini (che hanno come motto: “agiamo nell’ombra per servire la luce” e che qui sono i “nostri”) promette ulteriori sviluppi, infatti già si rumoreggia sul sequel.

Fassbender, in un ruolo di quelli che il Nicolas Cage dei bei tempi non si sarebbe lasciato sfuggire è comunque una presenza di forte impatto (fa persino l’epilettico senza scatenare eccessiva ilarità), ginnico e altero, altrettanto non si può dire di Marion Cotillard annacquata dal ruolo della scienziata stolidamente idealista. Jeremy Irons aggiunge il suo nome alla lista delle anziane star in gita premio nel fantasy (peraltro era già nel cast di Batman contro Superman) e compie il suo sporco lavoro di ignobile esaltato, mentre il grande Brendan Gleeson appare decisamente e tristemente sprecato.

Massimo Lastrucci

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