“AUTOBAHN”: LA RECENSIONE DELL’ACTION CON NICHOLAS HOULT E FELICITY JONES

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Collide GB/Germania, 2015 Regia Eran Creevy Interpreti Nicholas Hoult, Felicity Jones, Anthony Hopkins Distr. M2 Pictures Durata 2h e 19’

Al cinema dal 16 febbraio 2017

IL FATTO – Americani in Germania. Casey è un ladro/pilota d’auto, Juliette una biondina dai solidi principi. Si incontrano in una rave, si innamorano e lui prova a cambiare. Ma quando a lei viene diagnosticata una malattia mortale con unico rimedio un costosissimo trapianto di rene, Casey medita il colpo della vita, addirittura derubare per conto di Geran, “pazzo turco e psicopatico”, un camion pieno di droga di proprietà dell’apparentemente irreprensibile miliardario Hagen, “filantropo, trafficante e killer”.

L’OPINIONE – La morale della tecno-favola è subito spiattellata: “tutti abbiamo le nostre ragioni per fare cose folli, spericolate. La mia era l’amore”. Così, molto a stelle e strisce nonostante batta mezza bandiera tedesca, ecco due ore di inseguimenti pazzi, sparatorie, scontri, peripezie mirabolanti oltre il plausibile. Del resto la lunga e potente manona di Joel Silver (boss dell’action movie dai tempi di Commando e Arma letale) non lesina su soldi e formula ed Eran Crevy (videoclipparo già fattosi notare con Welcome to the Punch) è un regista scrupoloso, più bravo nelle scene di inseguimento (alcune decisamente adrenaliniche e ben congegnate, se sospendiamo l’incredulità, of course) e nelle scazzottate che non nelle sfumature narrative all’osso. Del resto non ce n’è bisogno: un po’ di montaggio frenetico di scene alternate, una colonna sonora psycho-heavy, due protagonisti carini alla Giulietta e Romeo e pure professionalmente dotati (Nicolas Hoult, qui praticamente indistruttibile come in X Men, e Felicity Jones, La teoria del tutto e Rogue One), più due mostri sacri a cui è stata data licenza di gigioneggiare e straparlare, Ben Kingsley, volgare in tutto, anche nelle spiritosate (“qual è la differenza tra i cavalli da corsa e le puttane? Non c’è. Tu sei una puttana o un cavallo da corsa?”) e Anthony Hopkins, affettatamente sadico-ciarliero (recita poesie, cita Shakespeare e Oppenheimer – “Sono diventato Morte. Il distruttore di sogni” – magari prima di uccidere) e carogna. In ogni caso, a far la figura migliore sono le numerose automobili tedesche usate e fracassate, ma sempre maneggevoli e sicure (per non parlare dei telefonini e dei GPS). Scemo, ma innocuo – se non lo si imita – e anche divertente.

Massimo Lastrucci

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