Green Book, una storia (da Oscar?) con Viggo Mortensen e Mahershala Ali

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Green Book Usa, 2018 Regia Peter Farrelly Interpreti Viggo Mortensen, Mahershala Ali, Linda Cardellini, Don Stark, P.J. Byrne Distribuzione Eagle Pictures Durata 2h e 10′

In sala dal 31 gennaio

LA STORIA – New York, 1962. Tony Lip è un italo americano furbo e ignorante che lavora come buttafuori in un night molto ben malfrequentato. Tanto che si ritrova per racimolare denaro ad accettare l’offerta di accompagnare come autista e guardaspalle Don Shirley, un afro-americano virtuoso del pianoforte, in un tour nei più razzisti stati del Dixie. Le due personalità sono più all’opposto che non si può (oltretutto Tony come quasi tutti gli italiani disprezza i neri, quando va bene li chiama “melanzane”), eppure impareranno ad apprezzarsi reciprocamente, sino a stringere una sincera amicizia che durerà tutta la vita.

L’OPINIONE – La storia è così ben orchestrata in tempi di razzismo ritornante (negli Usa è una piaga che infesta tutta la nazione, escluse le grandi metropoli) da non sembrare vera. Invece Don Shirley (1927-2013), ora semi-dimenticato, ebbe grande fama nei ’60. Sognava di suonare Litsz e Chopin (che Tony storpia in Joe Pen!) invece si esibiva in una sorta di jazz da camera, scrivendo peraltro partiture di sontuoso jazz sinfonico. Il film di Peter Farrelly (decisamente allontanatosi dalla commedia oltraggiosa e a volte demenziale che l’ha reso famoso: Scemo e più scemo, Tutti pazzi per Mary) suggerisce anzi che sia stato proprio Tony Villalonga (il Lip è un soprannome, vuol dire labbro, che gli hanno messo per la sua capacità di “intortare” chiunque) a portarlo a conoscere la vera anima del blues e del soul che fermentavano nei localacci frequentati dalla gente di colore.

Uno colto, snob (con laurea a Leningrado!), omosessuale; l’altro rozzo, cordialone, chiacchierone, innamoratissimo della moglie (culturalmente più aperta di lui). Una strana coppia che ci fa anche, a volte, sorridere ma che ci porta in un mondo che fa indignare. Il Green Book del titolo infatti è una sorta di guida degli alberghi che accettano gli afro-americani, praticamente dei motel pulciosi. E hai voglia ad esibirti in smoking davanti alle più aristocratiche famiglie del Sud, nei loro bagni non puoi entrare, nei ristoranti ti è proibito l’ingresso, i tuoi due accompagnatori vanno in ottimi alberghi e tu no, puoi solo annegare la tua solitudine e la tua frustrazione con whiskey (di marca). Quando non interviene la polizia.

Storia benissimo congegnata, magari scontata sul piano dello sviluppo del rapporto amichevole tra i due (si parte con disprezzo reciproco, si arriva con Don che detta le lettere d’amore di Tony), che colpisce quando rivela le condizioni frustranti e miserevoli dell’apartheid non ancora per molto in auge (Martin Luther King è in marcia e Bob Kennedy si impegna). Musiche ovviamente che infiammano, ma soprattutto due attori calibrati reciprocamente in un connubio oliato: Mahershala Alì ha vinto l’Oscar nel 2017 per Moonlight e un altro potrebbe vincerlo con questo, Viggo Mortensen (una nomination per questo film anche per lui, dopo quelle per Captain Fantastic e La promessa dell’assassino) a dispetto delle proprie radici danesi è un italo-americano perfetto. Citiamo comunque del cast anche Linda Cardellini, ovvero Dolores, splendida e intelligente moglie di Tony Lip. Occhio agli sceneggiatori: al primo posto compare il nome di Nick Vallelonga (attore, regista e sceneggiatore), che è proprio il figlio di Tony! Oltre alle nomination per gli Oscar (5!), Green Book ha vinto a Toronto il premio del pubblico, inoltre: Miglior Film ai Golden Globe. Proibito dunque perderselo.