Jurassic World – Il dominio, o anche “quando i dinosauri tornarono a camminare sulla Terra”. Sesto film dell’epopea nata dal romanzo di Michael Crichton portato poi sul grande schermo da Steven Spielberg, il terzo episodio della seconda trilogia porta nuovamente la firma di Colin Trevorrow, dopo essere stato temporaneamente sostituito in cabina di regia da J.A. Bayona nel capitolo centrale, Fallen Kingdom.
Dopo che i dinosauri sono stati lasciati liberi di camminare, volare e nuotare sulla Terra, l’equilibrio della convivenza è a dir poco complicato. Owen e Claire si sono nascosti in una foresta per proteggere Maisie Lockwood, la giovane che porta nel suo DNA il segreto dei dinosauri fatti rivivere da suo nonno John Hammond.
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Nel frattempo Lewis Dodgson, un magnate apparso più o meno dal nulla, ha deciso di studiare i dinosauri per proteggere loro e l’intera umanità gli uni dagli altri. La sede delle sue operazioni è una impenetrabile riserva naturale con al centro un laboratorio futuristico.
È lì che Dodgson fa portare Maisie dopo averla rapita, proprio mentre ha in visita tre persone che con i dinosauri hanno avuto a che fare per tutta la vita. Intanto, Owen e Claire sono sulle tracce della ragazza, decisi a riportarla a casa.
Dopo un capitolo di passaggio non particolarmente riuscito, proprio come accadde per la prima trilogia (The Lost World è certamente uno dei pochi film di Steven Spielberg su cui si può avere più di una perplessità), Trevorrow riprende in mano la situazione per un gran finale di lusso.
E non solo perché rimette insieme i tre protagonisti della prima avventura, Laura Dern, Sam Neill e Jeff Goldblum, tutti e tre in magnifica forma, ma soprattutto perché fonde benissimo avventura classica con una serie di importanti riflessioni sul futuro del pianeta.
Prima di immergere lo spettatore nella usuale struttura con diverse linee narrative parallele che vanno a convergere, con i protagonisti costantemente circondati dal pericolo immanente, Owen e Claire, interpretati sempre da Chris Pratt e Bryce Dallas Howard, lei nella sua migliore performance tra i tre film, si concedono una digressione alla James Bond che aggiunge una tipologia action diversa che molto bene fa al ritmo e all’adrenalina dello spettatore.
Jurassic World – Il dominio è molto spettacolare e non c’è letteralmente mai un attimo di tregua. Ma all’intrattenimento puro si aggiunge un secondo piano che fa profondamente riflettere su temi oggi fondamentali come la bioetica, gli OGM, l’ingegneria genetica e tutte quelle manipolazioni della natura che stanno portando il nostro pianeta verso un futuro che non promette niente di buono.
Non a caso il villain di turno questa volta ricorda un noto miliardario che si diletta in viaggi spaziali e acquisti di social network tendenzialmente con soldi non suoi. Ed è probabilmente questo un altro messaggio molto interessante che ci offre il film, quello della mancanza di assunzione di responsabilità che sembra essere oggi la maniera migliore per fare affari sulla pelle del prossimo. Solo che il prossimo si chiamano Terra e umanità.
Jurassic World: il dominio è una degna chiusura di una saga che per quasi trent’anni ha portato gente al cinema, e già questo è un merito. E oltretutto è meglio non darla per esaurita, perché gli interrogativi che il finale lascia aperti potrebbero trovare una risposta nella scienza, quella vera, nel giro di pochissimi anni e dare linfa per nuove avventure.
Magari con protagonisti i nuovi personaggi con cui facciamo conoscenza in questo finale, a partire da quello che potrebbe essere un gustoso spin off con protagonista DeWanda Wise. La sua Kayla Watts è una Han Solo al femminile che meriterebbe una origin story quanto prima.
