“SULLY”: LA RECENSIONE

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Id. Usa, 2016 Regia Clint Eastwood Interpreti Tom Hanks, Laura Linney, Anna Gunn, Aaron Eckhart Distribuzione 1h e 36’ Durata Warner 

quattro stelle

In sala dal 1 dicembre

Eroe o spericolato? Chesley Sullenberger, chiamato da tutti Sully, nonostante abbia salvato le 155 persone a bordo dell’aereo da lui pilotato, atterrando il 15 gennaio 2009 sul fiume Hudson nel cuore di New York, è sotto inchiesta. Ha fatto veramente il possibile per riportare l’apparecchio pur gravemente in avaria sulle piste dell’aeroporto? In attesa del verdetto, il comandante e il copilota Jeff Skiles vivono giorni piuttosto tesi.

“Ho trasportato milioni di passeggeri e adesso mi vanno a giudicare per 108 secondi!” è lo sfogo di un Sully perplesso di fronte alla tignosa sospettosità degli inquirenti. Clint Eastwood costruisce alla sua maniera (cioè concisa e senza tanti giri, oltretutto si tratta del film più breve, come durata, da lui mai diretto) un altra delle biopic cui sembra dedicarsi in questa fase matura (ma assolutamente non vecchia) della sua carriera, basate spesso sul conflitto tra il meccanismo delle regole (comportamentali, sociali, morali) della collettività e lo spirito d’iniziativa del singolo individuo (magari con annessa solitudine).

Si concede solo un attimo di cedimento verso un populismo generico nel pistolotto finale di Sullye in una antipatizzazione a fini drammaturgici dei tre accusatori del Ministero dei Trasporti. Per il resto è una ricostruzione narrativamente impeccabile di un episodio straordinario (“un miracolo!” esclama un tecnico) di vita reale. Tom Hanks è come sempre magistrale nei panni dell’uomo comune che diventa un eroe quasi controvoglia (“Sono un uomo che fa il suo lavoro”) e quando il suo personaggio sogna un apparecchio che si infila nella giungla dei grattacieli per schiantarsi contro un palazzo, la nostra mente corre inevitabilmente a una ferita non ancora rimarginata nell’animo di tutti gli americani. Il film è tratto dalla autobiografia di Sully, scritta dal giornalista Jeffrey Zaslow Highest Duty: My Search for What Really Matters, ma non crediamo ci sia nessuno che gli rimprovererà un eventuale punto di vista di parte. Grande e meritato il successo in patria e fiduciosa attesa di nominations, con Hanks già premiato come Attore dell’Anno agli Hollywood Film Award.

Massimo Lastrucci

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