Di nuovo al cinema in 4K HDR dal 22 settembre, il cult sci-fi di James Cameron si avvia a conquistare il pubblico a oltre un decennio di distanza da quel 2009 in cui per la prima volta arrivammo sulla luna di Pandora. Uno spettacolare ritorno in sala – quello di Avatar – che anticipa di poco più di due mesi l’arrivo del primo dei quattro sequel previsti dal filmmaker: Avatar – La via dell’acqua.
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IL FATTO – Siamo nel 2154, la compagnia terrestre RDA è da anni su Pandora, luna del pianeta Poliphemus su Alpha Centauri, per attingere ai giacimenti di unobtainium, cristallo che può risolvere i problemi energetici della Terra. Il protagonista è Jake Sully (Sam Worthington), un marine rimasto paralizzato dalla vita in giù. Su Pandora, abitato dai Na’vì, creature antropomorfe alte tre metri, con la coda, le orecchie a punta e la pelle blu, l’atmosfera è irrespirabile per gli umani. Per questo sono stati creati ibridi umano-na’vì grazie all’ingegneria genetica della dottoressa Grace Augustine (Weaver). In questo modo gli uomini possono muoversi liberamente sulla luna, grazie al contatto mentale con i corpi degli ibridi. Jake torna così a usare le gambe nel corpo dell’ibrido e, quando si stacca dalla pattuglia, solidarizza velocemente con i «nemici», innamorandosi di Neytiri (Saldana), na’vì che gli mostra usi e costumi locali, spingendolo a combattere gli umani.
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L’OPINIONE – Ogni film di Cameron è una nuova tappa nel progresso tecnologico applicato al cinema. Nel 2009 Avatar ha trasformato la motion-capture nella più espressiva performance-capture e ha utilizzato in modo adulto la stereoscopia 3D, dandogli una funzione narrativa che dona la reale terza dimensione all’immagine cinematografica, qui composta per un 60% da elementi virtuali creati al computer e solo per il restante 40% dalla live-action. Il tema di fondo, degli umani che minacciano gli alieni, è la versione sci-fi ed ecologista di film come Soldato Blu e Balla coi lupi.
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