Being Mortal, Bill Murray spiega lo stop: «Ho fatto qualcosa che pensavo fosse divertente»

L'attore si pronuncia sul reclamo ricevuto

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Bill Murray

Dopo l’annuncio da parte della Fox Searchlight Pictures della decisione di sospendere le riprese del film di Aziz Ansari Being Mortal in seguito al “reclamo” ricevuto contro qualcuno non meglio identificato, è Bill Murray a scegliere di parlare. In un video nel quale spiega lo stop che ha fermato il set, più che fornire delle vere e proprie scuse.

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Diffuso dalla CNBC Television, il breve filmato mostra il celebre idolo delle folle intervistato a Omaha durante l’annuale Berkshire Hathaway meeting, noto anche come la “Woodstock dei capitalisti”.

“Ho avuto una divergenza di opinioni con una donna con cui lavoro. Ho fatto qualcosa che pensavo fosse divertente, e non è stato preso come tale – dice Bill Murray. – La compagnia, lo Studio cinematografico, volevano fare la cosa giusta, quindi volevano controllare tutto quanto, e indagare, quindi hanno interrotto la produzione. Ma al momento stiamo parlando, cercando di rappacificarci l’uno con l’altro. Penso che il vero problema sia qui. Siamo entrambi professionisti. Ci piace il lavoro reciproco. Ci piacciamo, penso, e se non sai andare davvero d’accordo e fidarti dell’altro, non ha senso continuare a lavorare insieme o anche a fare un film”.

Non sono molti i dettagli in più, a chiarire la questione, che a questo punto non lascia dubbi sul fatto che il reclamo per “comportamento improprio” riguardasse proprio il settantunenne attore. Alla dichiarazione del quale non sono seguire dichiarazioni ufficiali dalla produzione o da qualche suo portavoce. Come ci si sarebbe aspettato, anche se dopo quanto vissuto con il #MeToo è legittimo non affrettare nessun tipo di conclusione.

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Ne sapremo sicuramente di più, presto, in modo da chiarire ulteriormente la altre parole di Murray, che insiste sull’aver imparato molto dall’accaduto:

“Il mondo è diverso da quello che era quando ero un ragazzino. Quello che ho sempre pensato fosse divertente da ragazzino non è necessariamente ciò che è divertente ora. Le cose cambiano e i tempi cambiano, quindi è importante per me capirlo. E penso che la cosa più importante sia che è meglio per l’altra persona. Ci ho pensato su, e se non è il meglio per l’altra persona, non importa cosa succede a me.

“Sono stato abbastanza fortunato da essere con un gruppo di altri attori che mi hanno preceduto, e ho visto tutti gli errori che hanno commesso, e questo mi ha aiutato molto. So che ci sono persone che mi seguono e che stanno osservando i miei errori e dicendo ‘ok, non lo dimenticherò’…

Quello che mi renderebbe più felice -per entrambi – sarebbe di infilarmi gli stivali e tornare al lavoro, e poterci fidare l’uno dell’altro e lavorare a quello per cui entrambi abbiamo sviluppato capacità per lungo tempo e, si spera, fare qualcosa che vada bene non solo per noi due, ma per un intero gruppo di persone, di cineasti. E per lo Studio cinematografico”.