Avances e molestie sessuali, sotto accusa Philippe Garrel

Il 75enne regista, padre di Louis Garrel, minimizza e spiega...

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Philippe Garrel sul set

Apparsa due giorni fa su diverse testate francesi, l’accusa di molestie avanzata contro il regista Philippe Garrel scalda ormai anche le cronache cinematografiche del nostro Paese, ‘distratto’ dalla 80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia in corso. Ma a suffragare la notizia riportata in primis da Mediapart continuano a non esserci denunce vere e proprie.

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Eppure ci sarebbe anche Anna Mouglalis (Romanzo criminale, Il giovane favoloso e La gelosia, con il regista in questione) tra le cinque attrici vittime delle avances subite dal celebre padre dell’attore Louis Garrel, che l’ANSA definisce “tentati approcci sessuali non consenzienti e proposte a sfondo sessuale avanzate nel corso di appuntamenti professionali“.

Lei a negare che sul set del film del 2013 – presentato a Venezia70 – fosse accaduto qualcosa di sconveniente, sebbene in un incontro successivo a casa dell’attrice, nel quale si sarebbe dovuto parlare di un prossimo film, Garrel pare si fosse sdraiato sul letto invitando la Mouglalis a raggiungerlo.

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A giorni nei cinema italiani con il suo ultimo Il grande carro (nel quale dirige i suoi tre figli, Louis, Esther e Lena), il 75enne cineasta parigino ha minimizzato, scusandosi e sostenendo di esser stato “mal interpretato“. “Leggendo tutte queste testimonianze, mi rendo conto della differenza fra quello che immaginavo allora e quello che ho fatto loro vivere. Ho acquisito una nuova consapevolezza e mi sono rimesso in discussione” sono state le sue parole, citate dalla rivista, che ricorda come anche altre delle attrici citate abbiano raccontato di aver ricevuto la proposta di andare in albergo con lui. Su tutte la Marie Vialle di Il vento della notte del 1999, alla quale pare avesse detto di non poter fare il film insieme se non fosse andata a letto con lui.

Pochi giorni fa, sul quotidiano Libération, proprio Lena Garrel appariva tra i firmatari di una petizione del sindacato degli artisti-interpreti contro la “cultura dello stupro”. E contro i festival di cinema, come si legge su La Repubblica di ieri:

 

Qui l’articolo completo di Mediapart