Brendan Fraser racconta il provino da Superman: «eravamo sei o sette»

Una occasione di "quelle che cambiano la vita" purtroppo sfumata

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Brendan Fraser Superman

Avrebbe potuto essere lui il nuovo Superman dopo Christopher Reeve, e forse addirittura dovuto, ma – purtroppo per Brendan Fraser – le cose andarono in un altro modo. Anche se oggi l’attore di The Whale non sembra così disperato per l’occasione persa, almeno a sentire – e vederlo in video – il suo intervento alla trasmissione di Howard Stern. Semmai più per il fatto di non aver potuto approfittarne a causa di “intrallazzi e politiche degli Studios”, che probabilmente avranno colpito anche altri dei “sei o sette” colleghi che sostennero il provino per la parte.

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A venti anni di distanza da allora, oggi l’attore – che contenderà ad Austin Butler e gli altri il Premio Oscar per il Miglior Attore Protagonista – aggiunge anche quello di Paul Walker ai nomi di Josh Hartnett, Jude Law, Ashton Kutcher e Matthew Bomer, tutti avvicinati al personaggio dell’Uomo d’acciaio quando ancora J.J. Abrams sembrava prossimo a riportarlo in vita nel suo Superman: Fly-By, prima di Bryan Singer e Zack Snyder.

“Un’opportunità straordinaria che cambia la vita”, la descrive Fraser a Stern, che già immaginava il nome di Superman inciso sulla propria lapide e una vita nella quale essere riconosciuto in eterno “come l’Uomo d’Acciaio”. Una sorte che avrebbe potuto toccare anche a Sylvester Stallone, in passato associato al progetto di Richard Donner.

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Un “Patto con il Diavolo” che forse l’attore avrebbe sottoscritto, ma che non rimpiange. “Non volevo essere conosciuto solo per una cosa perché ero orgoglioso della diversità di tutta la mia vita professionale” aggiunge poi Fraser, quasi sollevato di non aver dovuto avere a che fare “con gli imbrogli e la politica da Studio” vissute solo parzialmente in ocasione dell’audizione.