Carlo Verdone si racconta in radio, le passeggiate con Yoko Ono e la sorella di Hendrix

Ospite di IndieLand, il regista parla dei suoi miti

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In attesa della seconda stagione della sua Vita da Carlo, Verdone continua a raccontarsi e a condividere le sue passioni con il pubblico. Questa volta quello radiofonico della trasmissione IndieLand – Il Parcogiochi dell’Indipendenza, dove il regista e autore è intervenuto come “super ospite” per parlare del suo amore per la musica, dei suoi miti e dei ricordi. Come quelli delle passeggiate del figlio con Yoko Ono e dell’incontro – meno piacevole di altri – con la sorella di Jimi Hendrix.

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Dalle frequenze dell’emittente capitolina RID 96.8 FM, accompagnato da Ernesto Assante, da Giulio Pantalei (della band romana dei Panta) e dai conduttori Simone Mercurio e Tiziana Campanella, il filmmaker si è mostrato molto divertito, in più occasioni. Soprattutto ricordando la propria performance alla batteria con Lucio Dalla, per l’esecuzione della sua L’ultima luna in occasione dei venti anni di Borotalco. Commentata dal musicista scomparso con un emblematico “E’ la dimostrazione che tutti possono suonare”, che Verdone commenta così:

“Eh certo! Mi ricordo che persi il tempo non so quante volte, ma perché non mi avevano acceso il rientro dietro ed ero costretto ad andare avanti solo seguendo il labiale. Fu una trasmissione messa in piedi in quattro e quattr’otto e io pensavo solo ‘speriamo non se ne siano accorti, che faccio una figura…'”.

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Parlare di Yoko Ono è invece l’occasione per parlare dei Beatles, e di suo figlio Paolo, entrambi argomenti cari al regista romano, che ricorda l’artista giapponese come “una donna molto carina, amorevole”. “Sicuramente avrà un suo carattere, forte e in qualche modo spigoloso, ma nelle tre volte che l’ho incontrata qui a Roma è sempre stata molto affettuosa – racconta. – L’ultima volta mi ha anche venduto un suo quadro, che non voleva darmi perché era dedicato a John e l’aveva dipinto il giorno dopo la sua morte. Un quadro della disperazione, ma un gran bel quadro”.

“Quando le presentai mio figlio Paolo – continua, – se lo prese sotto braccio passeggiando a via delle Mantellate, dove c’era una galleria d’arte, parlando di quanto lui avesse ammirato Lennon e di quanto fosse stato importante per la sua crescita musicale, che per quanto Paolo faccia un altro lavoro è un bravo chitarrista”. Momenti indimenticabili, per vari momenti, non ultimo per essere stata – la conoscenza con Yoko Ono – “l’unico anello che mi tiene un po’ agganciato a Lennon”. In attesa che Paul McCartney possa tornare in Italia, come suggerisce Mercurio, al quale il buon Carlo risponde: “è ancora forte, lui e John sono come Mozart, hanno scritto delle cose veramente importanti”. Mentre alla proposta di Assante di organizzarsi insieme per andarlo a trovare, in caso, dice: “Assoltamente sì, una intervista gliela farei molto volentieri. Ma mi basterebbe dargli una pacca sulle spalle e ringraziarlo per tutto quello che mi ha dato. Tanta felicità.

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Ma c’è spazio anche per Santana e Pete Townshend, Jimmy Page e Robert Plant, tutti suoi miti, e “tutti gentilissimi“, a sua detta (“Jimmy Page e Robert Plant poi sono due signori, veramente!“), con una eccezione. Quella della sorella di Jimi Hendrix.

“Era tutta gentile quando l’ho intervista a Milano con il padre, per l’uscita della nuova etichetta che avevano creato con le ristampe di Hendrix, ma quando seppe che per Maledetto il giorno che t’ho incontrato avevo usato cinque pezzi del fratello si rabbuiò improvvisamente. Lei è una molto attenta e se oggi le chiedessi i diritti di un brano credo che lo pagherei anche centomila o duecentomila euro, ma forse nemmeno me lo darebbesi lascia andare ai ricordi Verdone. – All’epoca, invece, erano scaduti i diritti di Alan Douglas e prima di passare sotto il controllo dela famiglia Hendrix ci fu un periodo di interregno e io riuscii a mettere questi brani e un filmato nel film per 20 milioni, sette milioni, dieci milioni… qualcosa che sarebbe impossibile oggi! Quando le chiesi un brano del fratello, lei mi rispose in maniera antipatica dicendomi che quei cinque brani avrebbero dovuto bastarmi e avanzare… Ma che si risponde così!? Era giusto un modo per dire “mi girano le palle che non me li hai pagati un cazzo!”

Qui l’INTERVENTO DI CARLO VERDONE in trasmissione, disponibile in streaming