A settembre su Sky il film-evento di HBO che ha commosso Obama e appassionato critica e pubblico. Un cast esaltante, una grande storia d’amore sullo sfondo della battaglia civile per i diriti dei malati di Aids
DI PIERA DETASSIS
Le cifre fanno paura: 159 i morti di Aids nel 1981, l’anno in cui la malattia comincia a propagarsi, 234.000 solo un decennio dopo, quando diventa la causa principale di morte per gli americani fra i 25 e i 44 anni. Oggi si sopravvive, ma in trent’anni la malattia ha ucciso 36 milioni di persone in tutto il pianeta e di anni ce ne sono voluti  ben sei prima che la parola Aids venisse ufficialmente  pronunciata da un Presidente degli Stati Uniti, Ronald Reagan: era il 1987 e fino a quel momento l’opinione pubblica, spaventata, aveva preferito ridurne la portata a «cancro dei gay ». Oggi sappiamo che non era solo questo. È stata una lunga guerra, difficile e umiliante, combattuta in prima persona da Larry Kramer, attivista e fondatore del Gay Men’s Health Crisis e autore di The Normal Heart, un vero e proprio caso teatrale andato in scena nel 1985,  la verità cruda su quegli anni nel nucleo stesso della battaglia.
Finalmente, dopo anni di tentativi e disillusioni e un ennesimo trionfo a Broadway, e dopo che Barbra Streisand, fra gli altri, ha tentato di portare la vicenda sul grande schermo, la pièce di Kramer è diventata oggi un film tv (grande successo e ottima audience) per la rete televisiva americana HBO. Il regista è Ryan Murphy, lo stesso di Glee e American Horror Story, mentre Ned Weeks, che nella storia è l’alter ego di Larry Kramer, è interpretato dallo strepitoso Mark Ruffalo, collerico, appassionato e controverso leader  nella battaglia  per i diritti degli ammalati, innamorato pazzo del giornalista sieropositivo Felix Turner (Matt Bomer di White Collar, che nel progredire del film ha dovuto perdere venti chili). La battaglia del gruppetto di pionieri e la loro campagna anti Aids (ben prima che la morte shock di Rock Hudson svelasse al mondo la verità e risvegliasse le coscienze di Hollywood) sono disperate, i medici stessi declassano a «peste omosessuale »Â quella che in realtà è una micidiale epidemia. A combattere sola contro tutti è  la dottoressa Emma Brookner, affetta da polio, una formidabile Julia Roberts. Esplicito sia nel sesso promiscuo che nel precipitare della malattia, The Normal Heart è il meglio di quello che potete vedere in tv (Sky lo programma a settembre), nessun buonismo nella descrizione della minoranza gay o dei loro comportamenti, un mix perfetto di tema provocatorio e persino disturbante, compassione e rabbia, grandi star e attori. A fianco di Ned/Ruffalo si muovono su fronti contrapposti il sensibile Tommy, interpretato da Jim Parsons, il mitico protagonista dello show tv Big Bang Theory, bilanciato dalla presuntuosa e fragile violenza di Bruce Nile, cui dà volto Taylor Kitsch. Un racconto incendiario, che Ciak ha presentato in anteprima italiana al festival di Tavolara perché,  come ha dichiarato Jim Parsons a Entertainment Weekly (che al film ha dedicato, come The Hollywood Reporter, la copertina): «The Normal  Heart  è un racconto di vite gay, certo, ma ci travolge con la sua umanità. Trascende il fatto di occuparsi di uno specifico gruppo di persone per diventare un monito universale contro il pregiudizio ».
Nella foto grande, Mark Ruffalo (46 anni) e Matt Bomer (36).
Nel cast anche Julia Roberts e Jim Parsons.