J.K. Rowling su zoom con Zelensky, ma sono troll russi (VIDEO)

L'autrice britannica vittima dello scherzo di due noti comici

0
JK Rowling - Zelensky

Il suo portavoce ufficiale ha definito “sgradevole” l’accaduto, ma di certo lo scherzo realizzato da due noti comici russi ai danni di J.K. Rowling non può non considerarsi completamente riuscito. L’autrice britannica, infatti, è stata a lungo convinta di star parlando su zoom con il Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky mentre invece era collegata con i due troll Vovan e Lexus, come si vede nel video che segue.

Lusingata dal sentirsi definire “la più grande scrittrice di tutti i tempi, senza alcuna esclusione”, la creatrice di Harry Potter abbassa le difese, profondendosi in complimenti e auguri al (supposto) capo di stato e al suo Paese, ancora in guerra. Per poi passare a discutere della ‘Cancel Culture‘ citata da Putin, al pari della stessa Rowling.

LEGGI ANCHE: Putin “difende” J.K. Rowling ma lei prende le distanze

Nel video “montato ad arte” per offrire “una rappresentazione distorta della conversazione” – come ha sottolineato ancora il portavoce – le provocazioni sono poi continuate. Concentrandosi sulla necessità di cambiare la cicatrice del maghetto, troppo simile alla Z che contrassegna i mezzi militari russi, fino alla surreale scenetta finale con richiesta di un incantesimo che possa aiutare tutti gli ucraini.

LEGGI ANCHE: J.K. Rowling promette un milione per i bambini dell’Ucraina

Un umorismo difficile da accettare, vista la situazione, come anche – a posteriori – il riferimento al fatto che l’esercito nazionale stesse scrivendo sui propri missili uno degli incantesimi più potenti inventati dalla scrittrice… Che, inconsapevole, l’ha definita “un’idea brillante”.

LEGGI ANCHE: Harry Potter, la Rowling e la WB studiano come continuare il franchise

Ultima del lungo elenco di vittime degli scherzi dei due (da Elton John a Kamala Harris, da Bernie Sanders a George W. Bush), una sempre più imbarazzata Rowling si è trovata senza parole di fronte alla ‘confessione’ e alla richiesta di ‘benedizione’ relativa al fatto che i fondi raccolti dalla sua associazione benefica sarebbero serviti per acquistare armi e missili per distruggere le truppe russe.