Napoleon, Ridley Scott costretto alle modifiche da Joaquin Phoenix

Molti i cambiamenti nel corso della produzione del suo prossimo film

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Napoleon Ridley Scott

Secondo le ultime voci, le intenzioni di Apple sarebbero di distribuire il suo Napoleon nella prossima estate, magari regalandoci una anteprima del film proprio al Festival di Cannes, dove è atteso anche il Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese. Una possibilità che prolungherebbe l’attesa dei fan di Ridley Scott, che ha appena spiegato come sia stato costretto a diverse modifiche durante la produzione stessa – che di certo non ne avranno abbreviato i tempi – dalla natura stessa del suo protagonista, Joaquin Phoenix.

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Intervistato da Ben Travis per la rivista Empire, il regista di quello che avrebbe dovuto intitolarsi Kitbag – ed essere interpretato da Jodie Comer (prima della sua uscita di scena) – ha raccontato che “Joaquin è il più lontano possibile da ciò che è convenzionale. Non deliberatamente, ma per questione di intuito. Questo è ciò che lo fa funzionare. Se qualcosa lo infastidisce, te lo fa sapere”.

“Lo ha reso speciale mettendosi costantemente in discussioneha raccontato Scott, riferendosi al film. – Con Joaquin si può riscrivere tutto il dannato film perché è si sente a disagio. E in qualche modo è quel che è successo con Napoleon. Abbiamo riscucito il film per aiutarlo a concentrarsi su chi fosse Napoleone. E dovevo rispettarlo, perché quello che è stato detto era incredibilmente costruttivo. Ha reso tutto più grande e migliore.

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Un surplus di lavoro, del quale evidentemente il regista non si pente, avendo dichiarato che Joaquin Phoenix “è probabilmente l’attore più speciale e premuroso con cui abbia mai lavorato” e visti certi commenti dopo il test screening di Los Angeles che ne parlano come di un “Capolavoro“. Uno su tutti:

“Dura 150 minuti. Copre l’arco della vita di Napoleone dalla sua promozione nel periodo della rivoluzione, fino alla fine. Penso che sia più grande, migliore e PIÙ PSICOLOGICO delle epopee di Scott come Le crociate e Il Gladiatore. Anche più politico. Penso che il film sia un capolavoro, o quasi. È il culmine del lavoro di una vita di Ridley come regista. La sua messa in scena delle battaglie su scala quasi cosmica è strabiliante. Joaquin offre una performance alla Brando, correndo dei rischi molto grossi e a volte rasentando l’assurdo, ma portando sempre con sé il pubblico. Come film su un nazionalista in un’epoca di caos e disintegrazione che pensa in termini di potere assoluto, ha molti parallelismi con il 2022. È un film fantastico e sarei sorpreso se uscisse qualcosa di meglio nel 2023″.

 

Qui l’intervista completa a Ridley Scott di Empire