Patagonia, la recensione di un Road Movie diverso

Un Peter Pan decostruito, inaridito e inacidito presentato al Locarno Film Festival

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Patagonia

Dopo la presentazione in anteprima allo scorso Festival di Locarno, arriva nelle sale italiane l’interessante Patagonia, film diretto da Simone Bozzelli e interpretato da Andrea Fuorto e Augusto Mario Russi che Vision Distribution porta nei nostri cinema dal 14 settembre. Una ricerca di libertà – o di “un’illusione di libertà“, come dice il regista – “che si traduce in un gioco di forza e dipendenza“, nel quale “qualsiasi scelta implica sempre una perdita

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IL FATTO:

Il ventenne Yuri vive nella provincia pescarese circondato e soffocato dalle zie che lo trattano ancora come un bambino. Quando incontra Agostino, esuberante animatore girovago, ne rimane affascinato al punto da seguirlo per fargli da assistente. Introdotto dall’altro all’ambiente dei rave-party, Yuri sogna di partire con Agostino per la Patagonia, ma il rapporto tra i due assume i connotati di un gioco tra vittima e carnefice.

Patagonia

L’OPINIONE:

Un lungometraggio d’esordio interessante e promettente quello di Simone Bozzelli (anche sceneggiatore con Tommaso Favagrossa), in corsa per il Pardo d’oro all’ultimo Locarno Film Festival. Viscerale e insieme lucido nel rappresentare l’ambigua relazione di potere tra i protagonisti, Patagonia è un road-movie dell’anima, un Peter Pan decostruito, inaridito e inacidito per la generazione divisa tra le chiusure del vecchio, piccolo mondo e le precarietà materiali e affettive di quello nuovo. Dove l’Isola forse non c’è davvero, e la sua anticamera sta fra un campo rave (dipinto senza stereotipi) e una provincia assolata e desertificata che l’uso della pellicola contribuisce a rendere sospeso nello spazio e nel tempo. Evitando di imporre facili e univoche spiegazioni (tanto meno giudizi) alla rete di fragilità, inibizioni, ribellioni, piccole violenze e sofferte consapevolezze in cui si dimenano i personaggi, Bozzelli semina il dubbio su chi sia davvero libero e prigioniero, chi schiavo e chi padrone, chi adulto e chi bambino, e su dove si trovi la linea di confine tra amore e odio. Un autore da tenere d’occhio, come la giovane schiera di interpreti che porta alla ribalta.

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Per conoscere i trascorsi del regista, i suoi precedenti corti J’ador (premiato alla 35ma Settimana Internazionale della Critica di Venezia) e Giochi (presentato al 74mo Locarno Film Festival), ma anche il videoclip I Wanna Be Your Slave realizzato per i Måneskin. E, tra i riferimenti cinematografici, American Honey di Andrea Arnold.

Patagonia

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO
patagonia-la-recensione-di-un-road-movie-diversoItalia, 2023. Regia Simone Bozzelli. Interpreti Andrea Fuorto, Augusto Mario Russi, Elettra Dallimore Mallaby, Alexander Benigni. Distribuzione Vision Distribution. Durata 1h e 50’