LUI È TORNATO

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3 Stelle (3,0 su 5) 

Er ist wieder da Germania, 2016 Regia David Wnendt Interpreti Oliver Masucci, Fabian Busch, Katja Rjemann, Christoph Maria Herbst, Michael Kessler Produzione Mythos Film, Claussen Wöbke Putz Filmproduktion, Constantin Film Produktion Distribuzione Nexo Digital Durata 2 h

In sala dal 26 aprile

Una nuvola di fumo in un giardinetto pubblico e voilà: Adolf Hitler in persona si materializza, tale e quale a come era negli ultimi suoi giorni nel bunker. Ovviamente all’inizio suscita ilarità e stupore («chi è questo barbone?»), lui dopo qualche spaesamento ha l’illuminazione: «la Provvidenza ha un suo disegno: che io continui la mia battaglia!». E dal quell’intuitivo seduttore e imbonitore di masse che è stato e ancora è, capisce che la televisione è il mezzo ideale per perseguire il suo scopo, accettando così di diventare prima ospite, poi protagonista di uno show, destinato a fare molto, ma molto scalpore.

Da un fortunatissimo best seller editoriale di Timur Vermes nasce l’idea di una commedia provocatoria che ha scalato i botteghini tedeschi. “Cosa succederebbe se…”: il libro racconta in prima persona la scalata del fanatico baffino nel mondo delle star tv, mentre il film di David Wnendt fa un po’ di più e diversamente: usa l’attore austriaco Oliver Masucci truccato da fuhrer (assai somigliante, con l’unica differenza, peraltro notevole, dell’altezza, visto che si tratta di un marcantonio di oltre 1 metro e 90!) e lo fa girare con cipiglio corrucciato, sbavando dichiarazioni sprezzanti o magniloquenti, per le città, tra kermesse, manifestazioni varie, riunioni di fazioni neonaziste, alcune visibilmente imbarazzate con relativo irresistibile effetto comico (per non parlare dei neonazisti vegani!).

L’idea è ottima, quasi un Sacha Baron Cohen movie ancor più sinistramente brechtiano, tanto più che Masucci mostra di saperci stare benissimo nelle improvvisazioni in piazza, anche in quelle più rischiose (per l’incolumità). Un po’ meno divertente e corrosiva la parte fiction, che, una volta esaurito l’effetto sorpresa con la satira sulla pochezza etica e il cinismo che ispirano il mondo dell’informazione (tv ma non solo), si avviluppa in un’ardita trama a specchi contrapposti, provando a mescolare la realtà, la finzione del film, la finzione del film che racconta il film, e via via complicando, in cerca di un monito da sottolineare.