Impegnatissima nella promozione del suo nuovo film da regista, dopo La rivincita delle sfigate del 2019, Olivia Wilde ha più volte ripetuto di aver cambiato in corsa alcune scelte prima di affrontare le riprese del Don’t Worry Darling che vedremo a Venezia 79. E alcuni interpreti, su tutti Shia Laboeuf (al Lido con il Padre Pio di Abel Ferrara), accusato di aver tenuto un comportamento discutibile con tutta la troupe e la sua partner di scena Florence Pugh. Sostituito, oggi è proprio lui a raccontare la propria verità, chiarendo alcuni punti e ribadendo un convinto “Ho lasciato io il film”.
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Una storia che ricorda un po’ la favola de La volpe e l’uva, ma che troverebbe riscontro in delle mail mandate dall’attore alla Wilde, che Laboeuf ha girato a Variety. “Io e te conosciamo entrambi le ragioni della mia rinuncia. Ho lasciato io il tuo film perché io e i tuoi attori non riuscivamo a trovare temo per provare”, si legge in una di queste, datata 17 agosto 2020.
La mattina dopo un incontro tra i due, al quale era seguito un messaggio della regista, grata per le confidenze ricevute da Laboeuf: “So che non è divertente. Non è bello dire di no a qualcuno e rispetto la tua onestà – gli scriveva. – Sono distrutta perché avrebbe potuto essere qualcosa di speciale. Voglio chiarire quanto significhi per me che ti fidi di me. È un regalo che porterò con me”.
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Alla determinazione di Shia, erano poi seguiti altri due messaggi – video e testuali – nei quali, di fatto, si accenna anche ai dissapori con l’altra dei due protagonisti, Florence Pugh:
“Sento di non essere ancora pronta a rinunciare, anche io ho il cuore spezzato e voglio capire. Sai, penso che questo potrebbe essere una sorta di campanello d’allarme per la signorina Flo, e voglio sapere se sei disposto a provare con me, con noi. Se lei si impegna davvero, se ci mette davvero testa e cuore a questo punto, e se voi ragazzi potete fare pace – rispetto il tuo punto di vista, come rispetto il suo – cosa ne pensi? C’è speranza? Mi fai sapere?”
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In una delle ultime interviste la Wilde aveva dichiarato di essersi sentita costretta dal suo ruolo nella produzione a “creare un ambienta sicuro e fidato per far fare alla gente il proprio lavoro al meglio”, purtroppo facendo a meno del ‘povero’ Shia, al quale due anni prima scriveva “Non devi essere nei miei film, ma non dubitare di me” e che oggi risponde con una lunga lettera che trovate copiata di seguito.
Vale la pena ricordare che l’uscita di Shia Laboeuf dal progetto portò alla sua sostituzione con la superstar Harry Styles, che proprio su quel set ha evidentemente iniziato a sviluppare un interesse per la regista – all’epoca sposata con Jason Sudeikis, spesso sul set con i figli – con la quale ha oggi una relazione.
Questa la lettera di Shia Laboeuf:
Olivia,
I hope this finds you inspired, purposeful, fulfilled & well. I pray every night that you & your family have health, happiness, & everything God would give me. No joke, every night before I sleep.
I have a little girl, Isabel; she is five months old and just beginning to develop the last half of her laugh; it’s AMAZING. Mia, my wife & I have found each other again & are journeying toward a healthy family with love and mutual respect.
I have embarked on a journey that feels redemptive & righteous (dirty word but fitting). I write to you now with 627 days of sobriety and a moral compass that never existed before my great humbling that was the last year and a quarter of my life. I reached out to you a few months ago to make amends; & I still pray one day, you can find space in your heart to forgive me for the failed collaboration we shared.
What inspired this email today is your latest Variety story. I am greatly honored by your words on my work; thank you, that felt good to read. I am a little confused about the narrative that I was fired, however. You and I both know the reasons for my exit. I quit your film because your actors & I couldn’t find time to rehearse. I have included as a reminder the screenshots of our text exchange on that day, and my text to Tobey.
I know that you are beginning your press run for DWD and that the news of my firing is attractive clickbait, as I am still persona-non-grata and may remain as such for the rest of my life. But, speaking of my daughter, I often think about the news articles she will read when she is literate. And though I owe, and will owe for the rest of my life, I only owe for my actions.
My failings with Twigs are fundamental and real, but they are not the narrative that has been presented. There is a time and a place to deal with such things, and I am trying to navigate a nuanced situation with respect for her and the truth, hence my silence. But this situation with your film and my “firing” will never have a court date with which to deal with the facts. If lies are repeated enough in the public they become truth. And so, it makes it that much harder for me to crawl out of the hole I have dug with my behaviors, to be able to provide for my family.
Firing me never took place, Olivia. And while I fully understand the attractiveness of pushing that story because of the current social landscape, the social currency that brings. It is not the truth. So I am humbly asking, as a person with an eye toward making things right, that you correct the narrative as best you can. I hope none of this negatively effects you, and that your film is successful in all the ways you want it to be.
Every Blessing To You,
Shia
