Guardiani della Galassia: Volume 3, la recensione della fine della trilogia

James Gunn regala uno sguardo diverso sul gruppo di eroi e una storia ricca di sfumature

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Guardiani della Galassia - Volume 3

Chiusa la precedente con il deludente viaggio nel Wakanda, il calendario della Fase 5 procede con un sequel molto diverso anche dal precedente Ant-Man and the Wasp: Quantumania e ci riporta nello spazio profondo per la conclusione della strana trilogia di James Gunn. In sala dal 3 maggio, distribuito da The Walt Disney Company Italia, Guardiani della Galassia: Volume 3 è l’occasione – imperdibile – di salutare Chris Pratt, Zoe Saldana, Dave Bautista, Karen Gillan, Pom Klementieff (più Vin Diesel e Bradley Cooper per le voci di Groot e Rocket), ai quali per l’occasione si aggiunge Will Poulter, scelto per il ruolo di Warlock.

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IL FATTO:

Dopo il conflitto con il celestiale Ego, gli eventi di Avengers: Endgame e il Natale con Kevin bacon, il nostro gruppo di improbabili Super Eroi si sta ambientando a Knowhere. Non passa molto tempo, però, prima che le loro vite vengano di nuovo stravolte, questa volta dal turbolento passato di Rocket, che piano piano scopriamo mentre il piccolo e irriducibile procione lotta per la propria sopravvivenza. Peter Quill, ancora provato dalla perdita di Gamora, deve quindi riunire la sua squadra intorno a sé in una pericolosa missione per salvare la vita dell’amico, una missione che, se non sarà portata a termine con successo, potrebbe portare alla fine dei Guardiani così come li conosciamo.

Guardiani della Galassia - Volume 3

L’OPINIONE:

Come George Lucas per le sue Guerre stellari, anche James Gunn dice di aver avuto in mente i successivi due capitoli durante la lavorazione del primo film del 2008. I dubbi sono legittimi, soprattutto nel vedere quanto diseguali questi siano stati, nel loro sviluppo e guardando nel complesso a quella che solo oggi si svela come trilogia, nel momento dell’addio – probabilmente non definitivo – alla squadra dei Guardiani della Galassia e ai suoi singoli componenti, Star-Lord su tutti. Ma, come noto, nel MCU di Kevin Feige nessuna porta è mai chiusa, e anche qui si assiste più a un passaggio di consegne che a un congedo vero e proprio, sin dalla scelta di fare di Rocket il fulcro della storia, sia quella affidata ai flashback che ne rivelano le origini, sia quella che vediamo svilupparsi e che potrebbe continuare a farlo. Come il legnoso Groot, il franchise ha continuato a crescere, con alti e bassi (nonostante l’eccessivo entusiasmo della critica più tifosa), approfittando del contesto ‘familiare’ creato. Un marchio di fabbrica, che continua a essere rispettato, un punto di forza che però qui vediamo estendersi a offrire nuove possibilità in un film che – come da tradizione – intreccia diversi livelli e non manca di movimentate scene corali, ma che per una volta si merita un buon mezzo voto in più per il (non usuale) equilibrio mostrato. Da Quill a Warlock, da Nebula a Rocket, fino a Mantis e Gamora, per ognuno c’è un posto in questo universo, e una famiglia. Inevitabilmente allargata, non convenzionale, come Gunn ribadisce continuamente, in linea con il buonismo Marvel, ribadendo che il bene porta altro bene, che i pregiudizi dividono, che bisogna rispettare gli animali e che i giovani (ormai quelli della Generazione Alpha) sono la speranza di questa Terra. E di tutte le altre. Dove sembra più facile costruire società perfette, sulla carta, salvo poi rivelarsi colture di “ignoranza e bigottismo”. Mali che affliggono anche la nostra, dove la vivisezione è una realtà contestata e la manipolazione genetica – tanto cara all’Alto Evoluzionario (con Warlock forse il personaggio dall’arco meno fluido e coerente) – non più una fantasia, anche se la pulizia etnica non è generalmente contemplata. Definiti questi confini, il quadro è ben chiaro, come anche i ruoli, i buoni e i cattivi. Un limite? Non necessariamente. Visto che a fronte di una minor ambiguità dei personaggi la narrazione riesce a trovare un bilanciamento tra gli standard del franchise e la necessità di lasciarlo nel modo giusto. Divertendo e commuovendo insieme, spesso nello stesso momento, regalando un lieto fine per tutti, che consoli i fan e soddisfi il resto del pubblico, anche quello perplesso per la versione Power Rangers (o teletubbies) dei Guardiani, ai quali saranno particolarmente utili gli spiegoni del nostro Quill. Un personaggio al quale è stato facile affezionarsi, che negli anni abbiamo visto maturare, connettersi con se stesso, uccidere il padre e acquistare sicurezza, anche a costo di fare un passo indietro – anche in scena – oltre che regalarci una delle sequenze migliori del film, in coppia con Groot. Al quale sono affidate le ultime (o prime?) parole… ovviamente, prima delle scene post credits!

 

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Impossibile prescindere dai primi due capitoli della serie, oltre che dallo Speciale Natalizio Guardiani della Galassia: Holiday Special, anche se potrebbe valere la pena recuperare anche l’Avengers:Endgame già citato. Sempre che non suoni come una bestemmia, piuttosto che allargarsi ai vari film del Marvel Cinematic Universe nei quali la famiglia, l’uguaglianza e il rispetto la fanno da padroni, chissà che a qualcuno non venga voglia di volgersi a quel Guerre stellari del quale parlavamo – e parlava James Gunn – per andare in cerca dell’ispirazione trovata dal regista.

Guardiani della Galassia - Volume 3

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO
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