Martin Scorsese riceve l’Orso d’oro alla carriera a Berlino: «Il cinema è trasformazione, controlliamo la tecnologia»

Grande acclamazione alla Berlinale per il regista di New York, che presto vedremo anche come attore in La mano di Dante di Schnabel

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Martin Scorsese

Martin Scorsese ha ricevuto ieri sera l’Orso d’oro alla carriera nell’ambito della 74esima edizione del Festival del Cinema di Berlino. Un ritorno caro nella città tedesca per il regista di Killers of the Flower Moon che proprio alla Berlinale, nel 1981, ritrovò l’acclamazione della critica dopo il flop di New York, New York presentando fuori concorso Toro Scatenato. Da lì, tornò a Berlino tante volte negli anni successivi, con Cape Fear – Il promontorio della paura, in concorso nel 1992, Gangs of New York, fuori concorso nel 2003, poi ancora con Shine a Light, film d’apertura nel 2008 e con Shutter Island, proiettato fuori concorso nel 2010.

Accompagnato sul red carpet dalla figlia Francesca, Scorsese si è concesso ai giornalisti prima di ritirare l’Orso d’Oro dai direttori Mariëtte Rissenbeek e Carlo Chatrian. «Devo dire in una parola chi sono? Un mistero» risponde composto a chi gli chiede di definirsi con un termine, per poi passare a parlare di cinema, infanzia, festival, tecnologia e prossimi progetti cinematografici.

Francesca Scorsese, Martin Scorsese e Rainer Rother al Berlinale Palast

Tra questi, a proposito, farà un cameo come attore  – piccolo ma importante – nel nuovo giallo di Julian Schnabel, In the Hand of Dante (Nella mano di Dante).

Martin Scorsese recita per Julian Schnabel

Come riporta Variety, Scorsese interpreterà un anziano saggio, Guido Da Polenta, al quale Dante Alighieri si rivolge prima di completare la stesura della Divina Commedia. “È straordinario nel film” ha rivelato Schnabel, definendo la parte di Scorsese “un ruolo brillante e importante” dal quale “non si riesce a togliere gli occhi di dosso”. Per Scorsese non si tratta del primo cameo come attore. È un cliente di un bar, ad esempio in Alice non abita più qui e il passeggero di un taxi in Taxi Driver, anche se molto raramente ha recitato in film diretti da colleghi. Per Akira Kurosawa ha interpretato Vincent van Gogh in Dreams mentre nel 2004 ha doppiato il pesce palla strozzino nel film animato Shark Tale.

In the Hand of Dante, come vi abbiamo anticipato, è tratto dall’omonimo libro del 2002 scritto dal giornalista, romanziere e biografo italo-americano Nick Tosches, incentrato su un manoscritto della Divina Commedia trovato nella biblioteca vaticana.

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Scorsese e il futuro del cinema: “Non sta morendo, si sta trasformando”

In conferenza stampa a Berlino, Scorsese ha parlato anche del futuro del cinema: “Non credo stia morendo, penso che si stia trasformando, perché è mai stato pensato per essere una cosa sempre uguale. Una volta per andare a vedere un film dovevi andare in sala, una buona o cattiva sala, poco importa, ma era un’esperienza comunitaria. Con la tecnologia tutto è cambiato rapidamente e continua a cambiare”. Ciò che è importante, per Scorsese, resta la salvaguardia della voce individuale: “si può esprimere con Tik Tok, un film di quattro ore o una miniserie. Non bisogna comunque aver paura della tecnologia, ma solo controllarla”. 

Restano fondamentali, per esprimere e sentire tali voci, i Festival, che per Scorsese sono i luoghi “dove vedere un film che magari non vedrai più in tutto il resto della tua vita, ma che contribuirà a far sì che in qualche modo la tua vita cambi”.

E sul suo prossimo film da regista, un lungometraggio incentrato su Gesù, dice: “Sarà provocatorio e divertente. D’altronde il mio interesse per il cattolicesimo e per il sacerdozio risalgono alla mia adolescenza. Ho comunque anche incontrato il Papa un paio di volte, una in occasione del film Silence, e abbiamo parlato di Cristianesimo e fede. Comunque, nonostante questo, non ho ancora le idee chiare di come sarà il mio film su Gesù “. 

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