Si è tenuta oggi alla Festa del Cinema di Roma la conferenza stampa di presentazione di La Valanga Azzurra. Il documentario ripercorre la parabola irripetibile della nazionale italiana di sci alpino degli anni ’70, guidata dal leggendario tecnico Mario Cotelli e capitanata da campioni come Gustavo Thoeni e Piero Gros. Attraverso successi che hanno riscritto la storia dello sport italiano, come la conquista di cinque Coppe del Mondo e numerose medaglie tra Olimpiadi e Mondiali, il documentario celebra le rivalità interne, i contrasti caratteriali e i sacrifici che hanno reso invincibile questa squadra. Le testimonianze inedite dei protagonisti, intrecciate alla narrazione di Giovanni Veronesi, che rivela in questa occasione i suoi trascorsi di aspirante campione, fanno rivivere l’epopea unica di un ciclone sportivo, dagli esordi gloriosi fino a un inevitabile declino.
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A prendere la parola sono stati propri i protagonisti. Piero Gros ha commentato così: «Nessuno può vincere in eterno, abbiamo avuto la fortuna di uscire a 18 anni. Prima c’era più talento ora c’è più fisicità. Io ho vinto tanto e poco, ho vinto le cose giuste»
Paolo De Chiesa invece ha sottolineato quanto il gruppo era costituito da fuoriclasse e campioni: «La valanga azzurra è stato un caso irripetibile, erano altri tempi, si è formata per caso. Diciamo che l’emblema sono Piero e Gustavo, poi siamo arrivati noi che eravamo dei campioni ma non dei fuoriclasse. Abbiamo vissuto questo momento magico tutti insieme, una squadra così forte come la nostra ai giorni nostri necessiterebbe di un organigramma incredibile. Non sarebbe facile»
Gustavo Thoeni ha raccontato la sua carriera di allenatore, del periodo in cui allenò Alberto Tomba:
«Alberto era un fuoriclasse, sopratutto atleticamente. Ha iniziato tardi a sciare perchè veniva da Bologna e grazie al padre arrivò a Cortina. In pochi anni ha iniziato la scalata partendo dall’Olimpiade dell’88. Dall’anno successivo lo seguii io»