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La valanga azzurra, la recensione

Dopo il successo di Una Squadra, Fandango torna a raccontare il grande sport italiano con La valanga azzurra, docufilm diretto da Giovanni Veronesi e scritto da Lorenzo Fabiano, Domenico Procacci, Giovanni Veronesi e Sandro Veronesi con la consulenza di Luca ReaDimitri Chechi firma la fotografia, Riccardo Giannetti il montaggio e Gianni Veronesi le musiche originali. Il docufilm è una produzione Fandango e Luce Cinecittà in collaborazione con Rai Documentari e uscirà nelle sale il 21, 22 e 23 ottobre distribuito da Fandango Distribuzione.

LEGGI ANCHE: La Valanga Azzurra, la clip dal docufilm di Giovanni Veronesi a Roma 2024

IL FATTO

“La Valanga Azzurra” ripercorre la parabola irripetibile della nazionale italiana di sci alpino degli anni ’70, guidata dal leggendario tecnico Mario Cotelli e capitanata da campioni come Gustavo Thoeni e Piero Gros. Attraverso successi che hanno riscritto la storia dello sport italiano, come la conquista di cinque Coppe del Mondo e numerose medaglie tra Olimpiadi e Mondiali, il documentario celebra le rivalità interne, i contrasti caratteriali e i sacrifici che hanno reso invincibile questa squadra. Le testimonianze inedite dei protagonisti, intrecciate alla narrazione di Giovanni Veronesi, che rivela in questa occasione i suoi trascorsi di aspirante campione, fanno rivivere l’epopea unica di un ciclone sportivo, dagli esordi gloriosi fino a un inevitabile declino.

L’OPINIONE

Il film ripercorre l’ascesa e la fine di uno dei momenti più belli dello sport azzurro. Gli anni 70 vengono delineati in maniera molto dettagliata e con delle interviste esclusive. Non vengono analizzate solo le storie degli atleti di punta ma anche dei gregari che hanno contribuito alla crescita e al successo di tutto il movimento sciistico di quei tempi. Non mancano le sorprese e le rivelazioni inedite. Per gli amanti dei film biografici e dello sport in generale è un documentario da vedere.

Il racconto parte dal 7 gennaio del 1974, quando nello slalom gigante di Berchtesgaden, in Germania, la squadra italiana ottiene un risultato mai conseguito prima di allora da nessuna nazionale, piazzando cinque suoi atleti nelle prime cinque posizioni della classifica finale: primo Gros, secondo Thoeni, terzo Stricker, quarto Schmalzl, quinto Pietrogiovanna. All’indomani di quel trionfo, raccogliendo l’entusiasta resoconto di Cotelli, è il giornalista della Gazzetta Massimo Di Marco a battezzare la squadra italiana con il nome che segnerà un’epoca: Valanga Azzurra.

I ragazzi di Mario Cotelli e del loro allenatore Oreste Peccedi vinsero cinque Coppe del Mondo (quattro con Gustavo Thoeni e una con Piero Gros) e dodici medaglie tra mondiali e olimpiadi. Un ciclo irripetibile, un’età dell’oro che cambierà per sempre la storia di questo sport nel nostro Paese. Ma in uno sport individuale come lo sci quella della Valanga Azzurra è anche la storia di una squadra, di un gruppo.

SE VI È PIACIUTO LA VALANGA AZZURRA GURADATE ANCHE…

Una squadra – Il film di Domenico Procacci del 2021, The Last Dance di Jason Hehir del 2020.

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