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Cronache dal Lido: Campo di battaglia, il premio a Bellocchio, le masterclass

Campo di battaglia, parlano i protagonisti

Alessandro Borghi
Da quando faccio questo lavoro non ho mai conosciuto nessuno come Gianni Amelio. Lui è stato la benzina di tutto il processo creativo. Gianni ti responsabilizza rispetto ad una scelta e ti rende parte del processo. Ha un modo di fare cinema che non vedo più tanto in giro perché siamo invasi da numeri, piattaforme, fretta e giudizi. Gianni Amelio mi ha fatto ricordare la bellezza del cinema.
Gianni Amelio
Io non penso, le cose le sento nelle viscere. Non parto da idee messe a tavolino, quelle di cui si parla perché sono attuali e ‘tirano’. Io faccio il contrario. Le immagini di guerra sono usurate, ne vediamo troppe in televisione. Questo film è molto più di un film di guerra. È un film sulla guerra. Che va visto in una sala cinematografica, il tempio della goduria del cinema.
Gabriel Montesi
Gianni mi ha insegnato tanto. Ogni mattina mi dava un disegno fatto a mano con la direzione della scena e ogni mattina cambiava qualcosa. Il cinema è un lavoro che ti salva se lo fai insieme, se ci sono scarti, se è vivo, se muta. Deve ardere. E questo film è sempre stato in movimento.
Federica Rosellini
Campo di battaglia ha due elementi naturali preponderanti: il ghiaccio e il fuoco. Di fronte allo specchio d’acqua apparentemente inviolabile, perfetto, c’era un ribollire di lava e di desideri di fuga. Tutti i nostri personaggi stanno scappando da qualcosa, anche se non lo sanno.

A Bellocchio il Premio Robert Bresson

È andato a Marco Bellocchio il 25esimo premio Robert Bresson attribuito dalla Fondazione Ente dello Spettacolo e dalla Rivista del Cinematografo. “Alla mia età, e con una lunga carriera alle spalle – ha detto il maestro del nostro cinema – vivo con distacco i premi, ma non in questo caso: Robert Bresson, infatti, è stato per me un esempio di coerenza per tutto il suo lungo cammino artistico, un’ispirazione per la sua capacità di non accettare compromessi per la sua arte”. Bellocchio è a Venezia 81 con Il suo mediometraggio Se posso permettermi – Capitolo II, nato come divertissement (a bassissimo budget) a margine del Festival di Bobbio e che coinvolge attori a lui cari come Fabrizio Gifuni, Barbara Ronchi, Filippo Timi, Fausto Russo Alesi, Piergiorgio Bellocchio ed altri come Edoardo Leo. “Mai avrei pensato di portare a Venezia questa piccola cosa – ha detto – che, certo, realizziamo con cura. E’ anche un’occasione di scoprire per me nuovi, bravissimi attori, come Leo. Ci sarà anche il terzo e conclusivo capitolo”. Bellocchio ha anche confermato di essere “ormai pronto” a dare il via alle riprese del suo nuovo impegno, la serie tv sul caso Tortora.


Tutto esaurito per le Conversazioni con Piovani, Comencini e Lelouch

«La relazione tra musica e cinema è mutata nel tempo: prima si incideva seguendo le immagini, oggi lo si fa su un’idea condivsa, ma senza vederle. E questo cambia tutto». Lo ha svelato ieri il Premio Oscar Nicola Piovani durante la Conversazione tenuta assieme a Cristina Comencini sotto l’egida della Biennale e di Cartier per il ciclo The art and craft of cinema, in una Match Point Arena esaurita.

Piovani firma le musiche del nuovo film di Comencini, Il treno dei bambini: «Ne sono orgogliosa – ha detto la regista –. Le sue musiche sono sopravvissute ai film per cui nacquero. Lui ha costruito un percorso artistico che va oltre i film».

«Cerco sempre – ha detto ancora Piovani – la personalità dell’opera che devo tradurre in musica, spogliandomi della mia. La spinta per me arriva dall’emotività degli accadimenti, dal ritmo narrativo. Il mio compito è accompagnare quella direzione poetica, senza contrastarla».

Nel pomeriggio, protagonista delle Conversazioni di Biennale e Cartier è stato il regista francese Claude Lelouch, che domani sarà in Selezione ufficiale con Finalement: «La melodia – ha detto – parla al mio cuore, all’essenziale, a ciò che voglio trasmettere. La musica giusta ha la forza di muovere le emozioni, che sono le protagoniste della nostra vita».

Alessandra Farro

 

Nell’audiovisivo aumentano le manager 

Se ne è parlato all’ ITTV International Forum: “Ma in campo artistico le donne fanno fatica a recuperare il gap”

Cresce l’importanza delle figure femminili in un mondo, quello di cinema e tv, da sempre a maggioranza maschile. L’occasione per parlarne è stato un panel dell’ ITTV International Forum & Tech in Entertainment, a cui ieri hanno preso parte Sonia Rovai, Ceo Wildside, Anna Maria Morelli, Ceo di The Apartment, Maria Grazia Saccà, Ceo di Titanus Production, Chiara Sbarigia, Presidente di Cinecittà, Maria Pia Ammirati, direttrice di Raifiction, Nicole Morganti, Head of local originals Southern Europe Amazon Studios. Senza voler puntare il dito contro gli uomini, le relatrici hanno concordato sul fatto che la presenza femminile è cresciuta nei ruoli organizzativi, «ma nel campo artistico si fa ancora molta fatica a recuperare il gap». Il futuro sembra positivo, anche se non si può abbassare la guardia. 

Tiziana Leone 

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