Il direttore di Venezia 81 Alberto Barbera giudica «doveroso» il Leone d’oro alla carriera che sarà conferito a Sigourney Weaver il 28 agosto all’inaugurazione dell’81ma Mostra del Cinema. E in effetti, l’attrice newyorchese si era già guadagnata un posto nella storia della settima arte affrontando il terrificante xenomorfo di Alien (1979), riprendendo il ruolo in tre sequel del cult di Ridley Scott. Agli anni ’80 risale poi la sua partecipazione ai due capitoli iniziali di un’altra saga popolarissima, quella dei Ghostbusters. Ma, non contenta di essere assurta fra le star del decennio, Weaver, come ricorda lo stesso Barbera, «ha proseguito nella ricerca incessante di una propria identità costantemente rimessa in discussione», spaziando tra i generi e «sfuggendo alle etichette». Fra i titoli, Gorilla nella nebbia di Michael Apted e Una donna in carriera di Mike Nichols, grazie ai quali si è aggiudicata per prima 2 Golden Globe nello stesso anno. È stata diretta, tra gli altri, da Peter Weir (l’altro Leone alla carriera di quest’anno) in Un anno vissuto pericolosamente, da Roman Polanski ne La morte e la fanciulla, da Ang Lee in Tempesta di ghiaccio (vincendo il BAFTA), da Paul Schrader ne Il maestro giardiniere (Fuori concorso a Venezia 79). E naturalmente da James Cameron, in Aliens – Scontro finale (primo film a portarla al Lido) e nella saga di Avatar. «Riuscendo ogni volta», sottolinea Barbera, «a imprimere alla propria carismatica presenza il segno indelebile di una figura complessa, talvolta contraddittoria, sempre autentica». E costruendo «ponti fra il cinema d’autore più sofisticato e i film che dialogano con il pubblico». «Accetto con orgoglio questo riconoscimento», ha dichiarato Weaver, «che celebra anche tutti coloro che hanno contribuito a dare vita a questi film». La premiazione avverrà nella Sala Grande del Palazzo del Cinema, subito dopo la cerimonia d’apertura del Festival (ore 19) e prima della proiezione di Beetlejuice Beetlejuice.