Cronache dal Lido

In questa pagina:

  • Alessandro Roia riceve il Premio SIAE al talento creativo
  • Ruoli italiani: parla Edoardo Pesce
  • L’incontro sull’audiovisivo

Alessandro Roia riceve il Premio SIAE al talento creativo

In sala Perla, commozione alla consegna del premio Siae ad Alessandro Roia, con il ricordo del recentemente scomparso Andrea Purgatori, da parte del presidente delle GdA Francesco Ranieri Martinotti. Oggi, nella sezione Notti Veneziane, sarà proiettato Con la grazia di un Dio, il film di esordio come regista di Alessandro Roia. Attore di successo, diventato famoso per la sua interpretazione di Dandi nella serie Romanzo Criminale di Stefano Sollima, Roia è stato diretto da Paolo Virzì, Carlo Virzì, Ferzan Özpetek, Daniele Vicari e dai Manetti Bros, grazie ai quali nel 2014 è stato candidato al Nastro d’argento e al Globo d’oro per Song’e Napule. Ieri il premio è stato consegnato a Roia da Francesco Ranieri Martinotti. «Per la sua capacità di raccontare l’animo umano» ha detto il direttore delle GdA. «Dirigere un film mi ha consentito di avvicinarmi ad una parte che ho sempre amato tantissimo di questo lavoro e di trovare una sintesi di quanto fatto fino ad ora» ha detto Roia a Ciak.

Francesco Ranieri Martinotti e Alessandro Roia

 

Ruoli italiani: parla Edoardo Pesce

Prosegue al Lido il dibattito sull’opportunità o meno che i personaggi italiani dei film siano affidati ad attori della stessa nazionalità piuttosto che americani o di altri Paesi. Dopo che Pierfrancesco Favino aveva manifestato la preferenza per la prima ipotesi («Se un cubano non può fare un messicano perché un americano può fare un italiano? Solo da noi»), un parere diverso è stato espresso da Edoardo Pesce, a Venezia per presentare il film El paraíso. Secondo lui, non ci sarebbe problema a far interpretare ruoli italiani a chi non parli la stessa lingua: «Io ho fatto il palermitano, t’impari il dialetto e vai! Il lavoro di un attore è rappresentare, sennò fai un documentario».

Edoardo Pesce

 

L’incontro sull’audiovisivo

Come l’audiovisivo può tornare centrale nel mercato globale? Da questa domanda è partito l’incontro che ha visto riuniti ieri i nomi più importanti del settore. «La cartina di tornasole del successo di un’industria è il fatto che talenti internazionali vengono a lavorare per società italiane – sottolinea Andrea Scrosati di FremantleOggi non si dice più al regista italiano di successo bravo adesso allora puoi venire ad Hollywood, ma gli si dice una star come Dabiel Craig viene in Italia a fare un film con te. Un risultato frutto di un ecosistema creato dalle nostre istituzioni». «Noi giriamo in inglese, tutto può varcare il confine locale e la chiave è sempre la stessa: il contenuto», aggiunge Maria Pia Ammirati di Raifiction. «L’arrivo di Netflix ha mutato la produzione in tutto il Paese – spiega Tinni Andretta di NetflixIl tema della lingua era importante, ma ora è un momento di crescita». «Con serie come Costiera e Citadel Diana – spiega Marco Azzani di Prime Video – abbiamo intenzione di alzare la barra qualitativa». «I distributori italiani non sono molto forti, perché gli stranieri hanno più esperienza e soldi – dice Paolo Del Brocco di Rai Cinema – Serve un rafforzamento di questa attività». «Cinecittà può svolgere un ruolo fondamentale nel consolidamento del sistema audiovisivo – sottolinea Nicola Maccanico di Cinecittà – Porta a terra quello che il mondo della creatività costruisce». «Indirizzare quasi 300 milioni di euro in Cinecittà rispondeva proprio all’idea di avere un’infrastruttura importante», conclude Nicola Borrelli del MIC.

Tiziana Leone

- Advertisment -

Most Popular

Recent Comments

Add to Collection

No Collections

Here you'll find all collections you've created before.