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- The Order
- Leurs enfants après eux
The Order
Venezia 81 – Concorso
USA/Canada/Iran, 2024 – Regia Justin Kurzel – Cast Jude Law, Nicholas Hoult, Tye Sheridan, Marc Maron – Durata 114 min
Arriva in un momento davvero particolare per la storia americana The Order, film che segna la prima volta in concorso del regista australiano Justin Kurzel, al suo primo film dopo Nitram, che nel 2021 fece vincere a Caleb Landry-Jones il premio come migliore attore al Festival di Cannes. Kurzel si sposta negli Stati Uniti per raccontare una storia basata sul libro-inchiesta The Silent Brotherhood, scritto dai giornalisti investigativi Kevin Flynn e Gary Gerhardt, un’analisi dei movimenti di ultradestra che da anni cercano di minare la democrazia americana. Siamo nel 1983, nel nord-ovest degli Stati Uniti. Una catena di crimini sta facendo impazzire la polizia che non riesce a capire da dove provenga questa escalation di violenza. Rapine in banca, assalti a blindato portavalori, spaccio di banconote false. A intuire cosa sta succedendo è un cane sciolto del Federal Bureau of Investigation di stanza nella sperduta cittadina di Coeur d’Alene. Terry Ask, che capisce che questa ondata non è casuale. Dietro l’escalation c’è The Order, un’organizzazione di suprematisti bianchi neonazisti che attraverso i suoi atti criminali sta raccogliendo fondi per organizzare un movimento insurrezionalista. A capo di questa organizzazione c’è il carismatico Bob Mathews. The Order è esistito realmente e in un breve arco di tempo, tra il 1983 e il 1984, è stato una minaccia reale per la democrazia statunitense. L’apice della loro attività criminale fu l’omicidio di Alan Berg, celebre conduttore radiofonico la cui storia fu raccontata da Oliver Stone in Talk Radio. The Order basava la sua “filosofia” su quanto raccontato nel romanzo distopico di ultradestra The Turner Diaries, scritto nel 1978 da William Luther Pierce, fondatore di un altro movimento neonazista americano, la National Alliance. Romanzo, oltretutto, di cui si sono trovate alcune copie abbandonate dopo l’assalto al Campidoglio a Washington del gennaio 2021. Alla vigilia di quella che potrebbe essere l’elezione presidenziale più importante della storia degli Stati Uniti, un film come The Order è certamente un documento importante. Kurzel, australiano, è un cineasta che ha analizzato la violenza nelle sue forme più oscure. Il suo film d’esordio, The Snowtown Murders, è il racconto di una delle storie più agghiaccianti della recente cronaca australiana, film notevole. Lo stesso Nitram narra gli eventi che portarono al massacro di Port Arthur, dove nel 1996 il giovane Martin Bryant uccise 35 persone. Protagonisti di The Order sono Jude Law, nei panni dell’agente Ask, e Nicholas Hoult in quelli dell’inquietante Bob Mathews.
Alessandro De Simone
Leurs enfants après eux
Venezia 81 – Concorso
Id., Francia, 2024. Regia Zoran Boukherma, Ludovic Boukherma. Interpreti Paul Kircher, Angélina Woreth, Sayyid El Alami, Gilles Lellouche, Ludivine Sagnier, Louis Memmi. Durata 2h e 22’.
Con Leurs enfants après eux, in concorso a Venezia 81, i due registi e fratelli gemelli Ludovic e Zoran Boukherma «si confermano come due promesse per il cinema d’Oltralpe», ha detto il Direttore artistico del Festival Alberto Barbera. Confermando l’interesse della Mostra per le novità dalla Francia (in gara quest’anno troviamo anche Jouer avec le feu di Delphine e Muriel Coulin e Trois amies di Emmanuel Mouret), che solo tre anni fa si è aggiudicata il Leone d’oro con L’événement di Audrey Diwan, dal libro della Nobel Annie Ernaux. Anche Leurs enfants après eux prende le mosse da un romanzo, quello omonimo di Nicolas Mathieu vincitore del Premio Goncourt nel 2018. Al centro della trasposizione, ambientata nella Lorena durante l’estate del 1992 (anno di nascita dei registi, tra l’altro), abbiamo l’adolescente Anthony (Paul Kircher, rivelatosi con Winter Boy – Le lycéen), che si innamora di Stephanie (Angélina Woreth), arrivando al punto di rubare la moto del genitore pur di rivederla. Il gesto però non sarà privo di conseguenze. Per Barbera, dobbiamo aspettarci «cadenze di un grande racconto popolare, turbinoso ed emozionante, dove c’è posto per l’amore, l’amicizia, la rivalità, i dissidi con il padre, il piccolo spaccio e le illusioni perdute della provincia». E il film, come si diceva, è anche un nuovo tassello nell’interessante percorso dei Boukherma, dopo l’esordio Willy 1er (2016, co-diretto con Hugo P. Thomas e Marielle Gautier), l’horror licantropico Teddy (2020, premiato a Sitges e Bordeaux) e la shark-comedy L’année du requin (2022).
Emanuele Bucci