HomeCiak In Mostra 2024Jude Law su The Order: «Un film che doveva essere realizzato ora»

Jude Law su The Order: «Un film che doveva essere realizzato ora»

Nel cast anche Tye Sheridan e Nicholas Hoult

Justin Kurzel ha portato ieri alla Mostra, in concorso, The Order, film sulla storia vera dei terroristi suprematisti bianchi che negli anni ’80 tentarono il colpo di stato nell’Idaho, negli Usa. Il film, con un cast importante composto da Jude Law, Tye Sheridan, Nicolas Hoult, è basato sul libro inchiesta The Silent Brotherhood, firmato dai giornalisti investigativi Kevy Flynn e Gary Gerhardt.

«Il film mette in risalto il senso di famiglia e di comunità che fa sentire le persone al sicuro e protette nonostante la loro direzione politica» ha spiegato Jude Law alla stampa. «Ci sembrava giusto realizzare questo film ora. É stato molto interessante appoggiarsi all’autenticità di questi personaggio: la sua non relazione con la famiglia e le dipendenze. Abbiamo voluto metterlo nella posizione per cui il pubblico si chiede: “Ce la farà”?»

«Un film particolare» lo descrive il regista Justin Kurzel «che si basa su una storia accaduta negli anni Ottanta ma con molti raffronti con il tempo in cui viviamo. Qualcosa del passato che ha una prospettiva sul presente».

Nicolas Hoult interpreta il capo dei terroristi e racconta così il lavoro svolto con Kurzel e Law: “Justin ci ha dato dei manifesti per entrare nei personaggi. Non avevo mai preparato un personaggio in questo modo. Ci dava dei compiti e tra i compiti di Jude c’era quello di seguirmi per un giorno. Non abbiamo nemmeno parlato per le prime quattro/cinque settimane. Ci hanno tenuti separati per mantenere energico il nostro personaggio. La prima volta che abbiamo parlato è stata durante la prima scena in cui i nostri personaggi hanno interagito ed è stato veramente un momento potente».

«Il film è riuscito ad esplorare come una piccola comunità di persone possa essere manipolata psicologicamente» racconta Tye Sheridan. «Anche io provengo da un paesino di 1200 1400 persone dove c’è poca esposizione verso il mondo esterno. Una situazione come quella del film è quindi molto plausibile. Il nostro lavoro è stato molto emozionante».

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