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Carla Bruni: «La Mostra può resistere a tutto»

Il 2 settembre al Lido la Mostra del Cinema di Venezia festeggia la sua 80ma edizione col documentario La parte del Leone: una storia della Mostra di Baptiste Etchegaray e Giuseppe Bucchi, prodotto da Canal Plus e Rai Com con la supervisione editoriale di Rai Cultura. Voce narrante di questo viaggio nella storia del festival della Biennale è la cantante, attrice, modella ed ex Première dame Carla Bruni. «Sono stata contattata per prestare la mia voce a questo meraviglioso documentario ed ho accettato subito», ha detto intervistata da Ciak, «è stato un onore ed un immenso piacere per me partecipare a questo film. Per me la Mostra è un festival mitico, unico, particolare». Anche grazie al fascino del luogo in cui si svolge: «Venezia non è solo un miracolo di città, è come un quadro vivente che ci concede di ammirarla, di passeggiarvi, di scoprirla… è una speranza del nostro mondo, una follia di bellezza e di storia, uno scrigno misterioso e antico. Il solo fatto che la Mostra abbia luogo a Venezia la rende incomparabile e non solo per il cinema ma per l’universalità della cultura umana». A fare l’unicità della manifestazione, secondo Bruni, è però anche la sua capacità di riflettere il proprio tempo, dalla fondazione (nel 1932, durante «i tempi oscuri del fascismo») al Dopoguerra, nel corso del quale «ha accompagnato ogni rivoluzione, ogni libertà, ogni contestazione sociale e umana, ogni novità creativa». Fino agli anni più recenti, segnati dalla rottura di tanti stereotipi sessuali e sessisti, esemplificata dal look di Timothée Chalamet sul red carpet del 2022: «Non è solo un magnifico giovane talento che gioca con la moda e con la sua immagine, è anche un simbolo della nuova libertà di questo nuovo mondo, un omaggio alla femminilità virile oppure alla virilità delicata … in ogni caso è un simbolo di progresso e di evoluzione. Un’immagine contemporaneamente dolce e potente, un nuovo passo verso l’accettazione altrui, verso l’inclusione, attraverso la moda». E la Mostra, essendo passata attraverso così tanti cambiamenti e sconvolgimenti storici, «può resistere a tutto». Anche alle conseguenze dello sciopero di sceneggiatori e attori di Hollywood, con cui peraltro Bruni si dichiara «al 100% solidale», perché, afferma, «hanno ragione su tutto: non si può derubarci dei nostri diritti artistici, della nostra creazione. Non è giusto. Anche i più grandi artisti conoscono la precarietà, il nostro mestiere è fragile». E aggiunge: «Se soltanto noi cantanti, cantautori e musicisti fossimo riusciti a organizzarci per non essere derubati dal sistema dello streaming, molti di noi potrebbero continuare a creare, come nei tempi del copyright. Ma malgrado lo sciopero di Hollywood e delle sue magiche star, la Mostra sarà sempre la Mostra». Aspettando il giorno in cui vedrà partecipare, prima o poi, anche la sorella Valeria Bruni Tedeschi: «Sicuramente l’immenso talento di mia sorella Valeria, come attrice o come regista la porterà un giorno in competizione all’illustre Mostra». Ed essere al festival di Venezia «secondo me, assomiglia comunque a un sogno»

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