Giorgio Diritti: «Lubo un film nomade che riflette sul senso di giustizia»
«Sono stato colpito dalla lettura del libro Il seminatore di Mario Cavatore. Ho scoperto una storia poco conosciuta di un paese, la Svizzera, che nell’immaginario comune associamo alla grande democrazia. Leggere di come quei bambini venivano strappati dalle loro famiglie mi ha portato a riflettere sul senso di giustizia e da lì è nata l’urgenza di farne un film. Volevo parlare di una vicenda che mettesse in luce l’incapacità dell’uomo di capire la diversità, così da offrire una storia che potesse essere utile al mondo». Così Giorgio Diritti racconta l’origine di Lubo, la sua ultima fatica presentata in concorso a Venezia 80. «Ciò che vediamo nel film è specchio dei nostri giorni. Siamo in guerra, i bambini ucraini vengono ancora rapiti dai russi. Gli errori tornano e la necessità di raccontare questa storia nasce proprio dal tentativo di dare un segnale politico, non istituzionale, ma di sensibilizzazione».
Girato in tre lingue (italiano, svizzero tedesco e Jenisch) tra l’Italia (Trentino Alto Adige) e la Svizzera, il film ha rappresentato un grande sforzo produttivo, spiega Diritti. «E’ stato un film molto complesso da realizzare, tra le lingue, le location e le ricostruzioni storiche. La troupe era diventata un po’ come il carro di Lubo, nomade e itinerante».
Protagonista assoluto nei panni di Lubo l’attore tedesco Franz Rogowski, messo a dura prova dalla varietà linguistica del progetto. «Ho praticamente perso la mia identità tedesca, ogni film che faccio è in un’altra lingua!» ha scherzato Rogowski, spiegando però che in realtà la difficoltà di un progetto «gli dà tanta spinta ed energia per creare vita». Al suo fianco anche Valentina Bellè, che nel film interpreta Margherita, una donna che per Lubo rappresenta una possibilità di tenerezza e voglia di ricominciare. Di loro, racconta Diritti: «Valentina e Franz sono due fighi pazzeschi! [ride] Franz ha un talento enorme, che ha già espresso in altri lavori. Sul set l’ho strapazzato, messo in condizioni complicate, ma lui ha accolto la fatica con grande professionalità. Valentina invece ha la poesia dentro, un senso di semplicità e ingenuità che cercavo per quel personaggio».