Alla Mostra, quest’anno, gli occhi sembrano puntati sull’inconscio. Non solo quello individuale, ma anche quello collettivo. Partendo dall’apertura, con Comandante, si respira da lontano è quella di guerra, che arriva coi suoi venti di un uragano che non sembra cessare. Così come la terribile e annosa questione dei migranti, a cui Io Capitano dedica la sua descrizione realistica, e per questo cruda, che mira a far capire, a chi lo nega, cosa voglia dire dover lasciare la propria terra e rischiare la vita per inseguire una speranza. Trovando tutta la umana violenza. A proposito di questa, la fiaba grottesca e spietata de El Conde, dove, oltre alla crudeltà di Pinochet, viene denunciata quella di tutti i totalitarismi. E ancora gli interrogativi sui cambiamenti identitari, e sessuali, in corso, attraverso il mito di una figlia di Frankenstein che si emancipa come soggetto non più artefatto, in Poor things. Manifesto del sogno di una sessualità femminile più libera ed espressa. E gli interrogativi esistenziali di Liliana Cavani. Una riflessione sull’esigenza di autenticità nelle relazioni e nei legami intimi. E sul bisogno di amore come prima necessità. Quando invece manca, in assoluto, e viene sostituto dalla violenza, lo sguardo arriva a Dogman. La telecamera viene qui puntata sul mondo psichico di un bambino maltrattato. A proposito invece, di inconscio collettivo, Origin è una panoramica sul legame tra razzismo, Olocausto e le “caste” in India. Poi Amor, ci accompagna tra i vissuti di chi resta, quando un genitore si toglie la vita. La vicenda tutta personale, dilaniante, dolorosa, di un percorso esistenziale, quella di Maestro, espressione del bisogno di una solidità affettiva e una scelta sessuale differente. In Ferrari, l’obiettivo viene puntato sulla condizione umorale del protagonista e l’instabilità nei sentimenti. La famiglia disfunzionale e le sue ripercussioni, sono i protagonisti invece di Enea. Da Psicolido, per ora, è tutto. Ma si potrebbe continuare, con i film di questa Venezia 80, che sempre più mette in Mostra la fragilità e la forza della psiche umana.