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Il postino 30 anni dopo, Cucinotta: “Il film che mi ha cambiato la vita”

Presentato in anteprima nel 1994 alla Mostra del Cinema di Venezia, Il postino è ritornato a distanza di 30 anni in versione restaurata nel luogo in cui tutto è cominciato, omaggiato insieme al suo protagonista, Massimo Troisi, che al ruolo di Mario ha dato il cuore tanto da perderlo.

Prima della proiezione, l’incontro, nato da un’idea di Maria Grazia Cucinotta, col presidente della regione Campania Vincenzo De LucaTitta Fiore e Maurizio Gemma, presidente e direttore della Film Commission Campania, Anna Bonaiuto, ed Enzo Decaro, che con Troisi ha diviso il palco per anni insieme a Lello Arena ne La Smorfia.

«Quando la sua vita si è interrotta prematuramente abbiamo vissuto una tragedia, percepita come un’ingiustizia amara – ha raccontato De Luca – ma vedere come il suo nome riecheggia ancora nei posti deputati al cinema e all’arte ci risarcisce del dolore, lui è un esempio di umanità intramontabile, che ci insegna tanto: era un proletario, un emigrante generico, orgoglioso della sua natura di uomo isolato e della sua dignità».

«Proprio qui, a Venezia, 30 anni fa è cambiata la mia vita – ha dichiarato Cucinotta durante l’appuntamento realizzato dalla Biennale e Hollywood Communication, con la Settimana della Critica e le Giornate degli Autori e col sostegno della Regione e della Film Commission campane – e da quel momento non c’è stato giorno della mia vita, in cui non ne ho parlato. Massimo mi ha regalato un ricordo meraviglioso che porterò sempre con me».

La commozione è arrivata col ritratto di Troisi intimo, stimabile, rispettoso e poetico che ha dipinto Decaro, che ha conosciuto l’artista dal principio fino alla fine, quando Il postino era diventato tanto essenziale per Troisi da decidere di rinunciare finanche alla vita pur di portarlo a termine.

«Il film testimonia la coerenza, la fermezza e la cocciutaggine di Massimo. È un esperimento in rime: dà semi di coscienza di pensiero, che, se ben coltivati, portano grandi frutti di consapevolezza. Massimo è come una supernova che lascia scie nel cielo, un punto di riferimento per il mondo umano. È tra i più grandi umili di pensiero di Napoli e sempre lo sarà».

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