Il Premio alla Carriera Viggo Mortensen è stato protagonista di una Masterclass con il pubblico della Festa del Cinema di Roma. Nel corso dell’incontro l’attore, presso la Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica ha parlato della sua seconda esperienza dietro la macchina da presa con il film The Dead Don’t Hurt, presentato in anteprima alla Festa, e ha ripercorso il suo percorso artistico.
Un lungo viaggio che parte dalla metà degli anni Ottanta, dagli esordi con Witness – Il testimone di Peter Weir, Carlito’s Way di Brian De Palma e Ritratto di signora di Jane Campion, prosegue negli anni Duemila, quelli della notorietà internazionale grazie alla trilogia de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson, e giunge fino agli anni più recenti, con i titoli che gli sono valsi la candidatura al Premio Oscar come miglior attore: nel 2008 per La promessa dell’assassino di David Cronenberg, nel 2017 per Captain Fantastic di Matt Ross e nel 2019 per Green Book di Peter Farrelly.
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L’attore e regista ha parlato dei suoi esordi e sopratutto della sua infanzia di quando si stabilì con la famiglia in Argentina, imparando a parlare lo spagnolo. In quegli anni il padre gestiva una fattoria e lavorava per aziende agricole. All’età di 11 anni i genitori divorziarono: la madre tornò a New York, mentre lui e il padre, dopo un breve tempo a Copenaghen tornarono negli Stati Uniti si diplomò presso la Watertown High School a Watertown.
Proprio de La promessa dell’assassino l’attore ha raccontato un aneddoto: «La ricerca per interpretare un personaggio è importante. Mi ricordo che prima di iniziare le riprese andai in Russia per studiare i comportamenti degli abitanti del luogo e per due settimane sparii. La produzione mi dava per disperso»
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L’attore ha parlato anche di Crimes of the Future, film del 2022 scritto e diretto da David Cronenberg.
«Avevo già lavorato con il regista in precedenza. Per motivi di budget il film fu girato in Grecia invece che a Toronto. Lui è una persona molto silenziosa, ti ascolta e se la tua idea gli piace la mette in atto. Un mio collega mi chiese il motivo per cui David era molto taciturno con lui e io gli risposi che era il suo modo di fare»
Mortensen ha parlato anche del suo modo di dirigere:
«Sui miei set sono molto severo. Non ci sono telefonini e neanche sigarette. Tutti gli attori sono diversi e lavorano in maniera diversa. Non mi piace la pigrizia e nemmeno la mancanza di professionalità»
In conclusione l’attore ha voluto parlare di cosa lo rende veramente felice:
«Trovo la grazia negli atti di gentilezza, in quelli piccoli e non attesi. Ad esempio quando qualcuno ti sorride dopo pessima giornata. In questo mondo ci siamo per molto poco e cerchiamo di trarre il meglio»