HomeCiak In MostraCiak In Mostra 2023Cronache dal Lido: Incontri ravvicinati dal primo red carpet

Cronache dal Lido: Incontri ravvicinati dal primo red carpet

IN QUESTA PAGINA:

  • Il primo red carpet, buona la prima
  • Intervista a Sara Ciocca
  • La guerra dei gadget

 

Il primo red carpet, buona la prima

«Chi c’è, Salvini? Andiamo avanti a cercare quelli famosi». La voce dell’innocenza è quella di un gruppetto di ragazzini del Lido, dodici anni circa, probabilmente quasi tutti passati a vedere gente sfilare sul red carpet, attori, star, ultimamente influencer. E pazienza se stavolta al posto di Harry (Styles) c’è Matteo (Salvini) l’emozione e la magia del tappeto rosso, tirato a lucido dopo la pioggia di questi giorni, conserva sempre quel vecchio fascino del chi c’è, chi è, boh nel dubbio tu fotografa. La Mostra e il cinema sono di tutti, le voci dietro le transenne parlano tante lingue, tedesco, svedese, inglese, francese, probabilmente c’è anche qualche belga, quelli delle patatine fritte (spoiler per chi ha visto il film), non ci sono limiti di età anche se le fan più scatenate di Pierfrancesco Favino, hanno quell’età di mezzo che le autorizza a chiamarlo serenamente Picchioooo. Il grido è alto, lui si gira, saluta, prova a correre verso di loro, spalanca il suo celebre sorriso, ma il cerimoniale non gli concede il bagno di folla, oltre le tradizionali interviste di rito. È arrivato sul red carpet accompagnato dalla moglie, Anna Ferzetti, e la figlia, i tempi sono stretti, la sala per la prima lo aspetta, dentro ci sono già oltre al Vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini con Francesca Verdini, anche il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e Matteo Renzi, arrivato con la moglie, perché il Lido è sempre il Lido. Dimenticate le ragazzine di Chalamet che lo scorso anno hanno colonizzato la Mostra in preda a crisi di pianto, lo schema di questo primo atteso red carpet, baciato da una temperatura ideale, è stato più o meno il seguente: madre schierata alla transenna, figlio qualche passo più indietro, padre nelle retrovie. Le signore arrivate senza famiglia hanno presidiato la prima fila, in attesa di un saluto che purtroppo non è arrivato. «Eccolo, eccolo, fagli la foto, abbassati che davanti c’è questo bastone». Il bastone sarebbe il braccio immenso che muove la telecamera di Rai Movie, non esattamente lo stick per il selfie, ma è lì, nel mezzo del cammin della loro strada verso Favino. Con lui c’è l’intero cast del Comandante, anche l’attore belga Johan Heldenbergh, che qualcuno scambia per «quello di Succession». La somiglianza in effetti c’è, che ciascuno si goda il proprio red carpet, che sia reale, verosimile o del tutto immaginato. Dopo Favino, è il turno di Liliana Cavani, elegante, sorridente, gentile, saluta la folla che ha già cominciato ad abbandonare le prime linee e a guardare sul grande schermo le cerimonia di apertura di questa 80esima Mostra del cinema, condotta dalla madrina Caterina Murino. Buona la prima, niente pioggia, tanta folla, un film made in Italy, la magia di ogni red carpet resta attaccata alle luci che piano piano si spengono, ma che lasciano alle signore di Picchio un po’ deluse solo un dubbio: «Il cinema li farà tutti più belli, ma mi pareva che avesse gli occhi azzurri, ho visto male?». Potere del red carpet.

Di Tiziana Leone

 


Sara Ciocca: «Nina è stata la rinascita della me bambina»

Dalle commedie di Alessandro Siani ad America Latina dei fratelli D’Innocenzo, da Il miracolo di Ammaniti a Ferzan Ozpetek e Donato Carrisi. A soli 15 Sara Ciocca è una delle più versatili promesse del cinema italiano. Alle 20me Giornate degli Autori è protagonista del distopico Nina dei Lupi, di Antonio Pisu, dove interpreta una dodicenne che, in un futuro dove una tempesta solare ha messo fuori uso gli apparecchi elettronici, scoprirà un legame segreto con la natura che potrà riscattare il genere umano. «Nina è stata un po’ la rinascita della me bambina», spiega l’attrice intervistata da Ciak, «perché ho ritrovato quell’animo selvaggio, primitivo che avevo da bimba, quando vivevo in campagna». Al centro del film c’è infatti il nodo della salvaguardia dell’ambiente: «È il tema che ho più a cuore, anzi che tutti noi uniti dovremmo avere a cuore. Dobbiamo agire, non c’è più tempo. Tra le cose da fare, bisogna far appassionare i bambini fin dalla scuola materna all’amore per la terra, per l’ambiente, perché solamente chi ama protegge». A divider la scena con lei nel lungometraggio, Sergio Rubini, Cesare Bocci, Sandra Ceccarelli e Davide Silvestri. «Siamo stati sul set molto prima, abbiamo raggiunto Antonio in Vallarsa e nella stanza di una scuola elementare io, lei e Antonio abbiamo provato tutte le scene, ogni giorno per due ore a scena», ricorda Silvestri a proposito del suo lavoro con Ciocca. Che sottolinea: «C’è una crescita in Nina. Il suo è lo stesso periodo che io sto vivendo, l’adolescenza: ci sono alti e bassi, periodi in cui vorresti nasconderti dal mondo, anzi non vorresti proprio vivere. Io lo sto vivendo e devo dire che il cinema mi sta un po’ salvando. Come Nina, che trova la sua salvezza nell’appartenere alla sua vera natura che è il bosco».

Di Emanuele Bucci


La guerra dei gadget

Il primo colpo della consueta guerra dei gadget è stato messo a segno a margine della mostra Pino Settanni I tarocchi (30 agosto – 26 novembre, Le Stanze della Fotografia), realizzata da Archivio Luce Cinecittà. Al Lido è caccia al mazzo dei tarocchi tratti dalle foto realizzate da Settanni (1949-2010) in sei mesi di lavoro.

Le figure dei tarocchi sono fotografate con sembianze umane, prendendo a modello per gli Arcani maggiori e minori i tarocchi marsigliesi e il fotografo li ha fatti interpretare ad attrici e modelle (la sola eccezione maschile è la figura del Matto. incarnata da Mario Scaccia).

A saperli leggere vaticineranno il Leone d’Oro.

Di Oscar Cosulich

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