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Daaaaaali di Quentin Dupieux / Amor di Virginia Eleuteri Serpieri

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  • Daaaaaali di Quentin Dupieux
  • Amor di Virginia Eleuteri Serpieri

DAAAAAALI!

Regia: Quentin Dupieux Produzione: Atelier de Production (Thomas Verhaeghe, Mathieu Verhaeghe), France 3 Cinéma Durata: 79’ Lingua: Francese Paesi: Francia. Cast: Anaïs Demoustier, Gilles Lellouche, Édouard Baer, Jonathan Cohen, Pio Marmaï, Didier Flamand, Romain Duris

Eclettico, eccentrico e grottesco, Quentin Dupieux è un «regista di culto – dice il direttore artistico Alberto Barbera – che non smette di sorprenderci e farci ridere con le sue trovate surreali e con il suo umorismo bislacco e perverso». Alla Mostra del Cinema di Venezia presenta Fuori Concorso il suo 11° lungometraggio, Daaaaaali!, commedia biografica sul noto artista spagnolo. Sono molte le opere cinematografiche che si sono cimentate sul personaggio, tra i più recenti il film Dalíland di Mary Harron (2022), in cui Ben Kingsley ed Ezra Miller interpretano Salvador Dalí rispettivamente da anziano e da giovane. Non stupisce però che un regista con la personalità di Dupieux possa essere stato attratto da una figura come quella di Dalí, onirico, bizzarro e surreale, capace di spaziare da un campo all’altro della creatività con disinvolta follia. «Come ha detto lo stesso Dalí, la sua personalità è stata probabilmente il suo più grande capolavoro. Il mio film racconta modestamente questa storia», sottolinea il regista, qui anche sceneggiatore, direttore della fotografia e montatore. Daaaaaali! segue la storia di una giovane giornalista francese che incontra ripetutamente Salvador Dalí per un documentario che non inizia mai a girare. Nel film, il cui cast è composto da Anaïs Demoustier, Gilles Lellouche, Édouard Baer, Jonathan Cohen, Pio Marmaï, Didier Flamand, Romain Duris, il celebre artista è interpretato da quattro attori diversi che si scambiano il ruolo a seconda delle scene. «Per scrivere e dirigere questo tributo – spiega Dupieux – mi sono connesso con la coscienza cosmica di Salvador Dalí e mi sono lasciato guidare, a occhi chiusi. Per prima cosa, il Maestro mi ha ordinato di reclutare diversi attori brillanti a cui affidare il suo personaggio (troppo complesso per un solo uomo)». Poi un pizzico di Luis Buñuel, con cui l’artista collaborò ad un cortometraggio, e atmosfere oniriche completano l’opera che il regista definisce «semplicemente una dichiarazione d’amore nei confronti di quest’uomo». Quentin Dupieux «ironizza sul narcisismo incontenibile degli artisti. Irresistibile, divertentissimo e ha anche il grande pregio di essere breve», conclude Barbera.

Vania Amitrano


AMOR

Italia, Lituania. 2023. Regia Virginia Eleuteri Serpieri. Non Fiction Durata 101’ Produzione: Stefilm International srl, ERA Film Distribuzione: Stefilm International srl

«Quando vedo Roma vedo mia madre. È così da quando lei è morta», così la regista, scrittrice e artista Virginia Eleuteri Serpieri, la cui attività principale è legata alla realizzazione di cortometraggi e video installazioni esplorando diversi linguaggi e supporti, presenta Amor, film che è un catartico tributo alla madre e dove affronta il più grande trauma famigliare da lei vissuto. Una sera d’estate di venticinque anni fa: la città è deserta, è in corso la finale del campionato del mondo di calcio. Una donna, Teresa, raggiunge il Tevere e si lascia andare alla sua corrente. Gli abissi la inghiottono e la figlia Virginia, nel buio della notte, attraversa Roma: vuole trovarla e salvarla. Virginia deve attraversare le profondità delle acque, della storia, dei miti, delle sciagure e dei bagliori vitali di una Roma senza tempo. Così può vedere di nuovo sua madre che emerge dall’oscurità del Tevere per volare verso Amor, il pianeta della cura circondato dall’acqua, dove le vie, le piazze, le fontane ricordano quelle di Roma, gli animali sono liberi di circolare e tutti si prendono cura degli altri. Teresa cerca qualcosa, forse le sue due bambine. «Guardiamo le immagini ma anche loro ci ri-guardano – spiega la regista – questo ci permette di stabilire un dialogo con loro. È questa consapevolezza che mi spinge a fare film. Cercare di rimettere insieme i pezzi e dare un senso alle nostre gioie e ai nostri dolori più intimi. In Amor è giunto il momento di oltrepassare la barriera, esplorare i miei “abissi” e quelli di Roma, bucare la sua epidermide fatta di tanti strati, entrare nel suo ventre, sprofondare nelle sue acque per poi emergere finalmente libera da ogni dolore. Perché nel mio viaggio ho sognato una città che assomiglia a Roma ma non è Roma e dove tutti si prendono cura l’uno dell’altro, incondizionatamente».

Oscar Cosulich

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