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Il film del giorno: Io Capitano

IO CAPITANO

Italia, Belgio 2023 Regia Matteo Garrone Interpreti Seydou Sarr, Moustapha Fall Distribuzione 01 Distribution Durata 121’

Matteo Garrone raccontando a Ciak la genesi di questo progetto, lo ha definito come «la più grossa sfida che io abbia mai affrontato e un’esperienza che porterò con me tutta la vita». Io Capitano racconta la vicenda di Seydou e Moussa (Seydou Sarr e Moustapha Fall), due ragazzi senegalesi appassionati di musica che decidono di partire per l’Europa, immaginata come la terra promessa dove realizzare i loro sogni artistici. Matteo Garrone accompagna i ragazzi in un’odissea che, da Dakar, li porta ad attraversare il deserto, subire le violenze dei lager libici fino ad per arrivare alla traversata del mediterraneo: un epico viaggio vissuto tra speranza e sofferenze. Il loro percorso da personale diviene così universale: una metaforica Odissea contemporanea, che si snoda attraverso le contraddizioni e crudeltà dell’essere umano. Garrone ha scritto la sceneggiatura con Massimo Gaudioso, Massimo Ceccherini (che aveva già collaborato a quella di Pinocchio) e Andrea Tagliaferri, ispirandosi alle storie vere di Kouassi Pli, Adama Mamadou, Arnaud Zohin, Amara Fofana, Brhane Tareke e Siaka Doumbia.

Garrone, che ha esordito alla regia nel 1996 con Terra di Mezzo, sulle storie di emarginazione di alcuni stranieri immigrati in Italia, è approdato a Venezia già a partire dal suo secondo film Ospiti (1998) cui, sempre al Lido, è seguito Estate romana. Nel 2002 vince il David di Donatello per la miglior sceneggiatura con L’imbalsamatore e nel 2008 il Gran premio della giuria a Cannes con Gomorra, così come con il successivo Reality (2012). Nel 2018 presenta sempre a Cannes Dogman, premio per la miglior interpretazione maschile a Marcello Fonte e il film è il candidato dall’Italia all’Oscar per il miglior film straniero. Successivamente, con Pinocchio, ottiene due candidature agli Oscar 2021.

Io capitano si ricollega idealmente al cinema degli esordi di Garrone, ma il regista puntualizza che «questa volta il mio è un “controcampo” rispetto a Terra di Mezzo e Ospiti. Allora, attraverso i migranti, raccontavo il rapporto con l’Italia, qui invece il centro del racconto è il loro viaggio, il racconto epico della loro avventura. È il viaggio di formazione di due ragazzi che inseguono la terra promessa e si trovano ad affrontare una serie d’orrori, è un’angolazione diversa da quella cui siamo abituati. Di solito vediamo i barconi, quelli che vengono salvati, la conta dei morti e l’arrivo a Lampedusa, ma mai quello che vivono durante il viaggio. Il mio approccio è stato lo stesso di Gomorra: far rivivere allo spettatore questo viaggio in soggettiva, attraverso gli occhi di due ragazzi che non partono dalla miseria assoluta, ma hanno le possibilità economiche per affrontare la traversata verso l’Europa».

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